Supporto alle vittime di tortura, Laghi: "Asp Cosenza e Regione Calabria diano il loro sostegno"
«Ieri mattina ho incontrato gli operatori dell' "Equipe Multidisciplinare Vittime di Tortura" di Cosenza - realtà di questa natura unica nel Meridione -, di cui ho avuto modo di conoscere il lavoro meritorio e appassionato portato avanti sul territorio per la presa in carico, la cura e il sostegno offerto alle vittime di tortura e di violenza richiedenti o titolari di protezione umanitaria».
Lo rende noto il capogruppo in Consiglio regionale di "De Magistris Presidente", Ferdinando Laghi. «Realtà che, tuttavia, pur nella complessità e delicatezza del compito cui assolve quotidianamente, si trova a dover operare tra mille difficoltà, prima fra tutte la penuria di personale medico e non, a supporto della loro attività.
Ciò accade nonostante sia tuttora in vigore un protocollo d'intesa, sottoscritto a novembre 2015, tra l'Asp di Cosenza, la Regione Calabria, l'Auser territoriale di Cosenza e l'Associazione La Kasbah per "la definizione delle modalità operative dell'équipe sociosanitaria e per l'individuazione dei percorsi di emersione, diagnosi, cura e presa in carico delle vittime di tortura e violenza richiedenti e/o titolari di protezione internazionale e/o umanitaria".
Questo protocollo prevede, tra i vari punti, l'implementazione nell'Equipe di ulteriori figure professionali - psicologi e psichiatri in primo luogo, ma anche ginecologi, infettivologi, radiologi e altri operatori sanitari -, da individuare "sulla base dei bisogni emergenti o di specifiche necessità".
Una modalità operativa, quella attuata a Cosenza, prescritta anche dalle Linee guida per la programmazione degli interventi di assistenza e riabilitazione delle vittime di tortura dettate dal Ministero della Salute nel 2017.
L'Azienda sanitaria di Cosenza – continua Laghi -, tra i partner dell'accordo, dovrebbe pertanto autorizzare il proprio personale già operante all'interno della struttura multidisciplinare, nonché altri specialisti, a partecipare alle attività oggetto del Protocollo, dal momento che quello attualmente disponibile appare insufficiente a soddisfare la mole di lavoro che grava su questa assai meritevole attività di volontariato, come il cospicuo numero degli assistiti sta chiaramente a dimostrare.