Ospedale di Locri
Ospedale di Locri

Un ecografo pubblico ma da utilizzare sui privati: è quanto accaduto all'Ospedale di Locri dove Antonio Musolino, primario del reparto di Pediatria del presidio della cittadina, avrebbe messo in atto gravi violazioni etiche e legali. Secondo le accuse, il medico avrebbe utilizzato un ecografo donato dalla collettività, destinato esclusivamente all'uso ospedaliero, per attività private non autorizzate. Questa condotta configura l'appropriazione indebita di risorse pubbliche e la truffa ai danni dello Stato, poiché avrebbe attestato falsamente di essere presente in ospedale per prestazioni aggiuntive, mentre in realtà svolgeva attività private.

Indebitamente percepita l'indennità di esclusività

Inoltre, avrebbe percepito indebitamente l'indennità di esclusività, un compenso riservato ai medici che operano esclusivamente per l'Azienda sanitaria di appartenenza. Il primario, infatti, pur essendo legato all'Asp di Reggio Calabria da rapporto di lavoro esclusivo, avrebbe esercitato attività professionale extra moenia non autorizzata in alcuni studi medici privati, utilizzando l'ecografo del reparto ospedaliero che dirigeva ed attestando falsamente all'Azienda sanitaria di trovarsi, invece, nell'ospedale di Locri per rendere "prestazioni aggiuntive".

ecografo

Sequestro di beni percepiti e interdizione per il medico

Nel corso delle indagini, inoltre, sarebbe emerso che in una specifica circostanza il primario, pur essendo in turno di "disponibilità", si sarebbe indebitamente rifiutato di intervenire in ausilio di altro dirigente medico del reparto da lui diretto che ne aveva richiesto l'intervento per gestire un'emergenza relativa a una paziente.

L'indagine è culminata con il sequestro di somme pari a quanto indebitamente percepito e dell'ecografo utilizzato impropriamente. Inoltre, durante l'esecuzione del provvedimento di interdizione, il medico è stato colto in flagranza mentre visitava un paziente in uno studio privato ma utilizzando la strumentazione ospedaliera. Questi fatti sollevano gravi interrogativi sulla gestione delle risorse pubbliche e sull'integrità professionale di chi opera in ambito sanitario.