Aglio calabrese e selvatico della Sila: tradizione e gusto unico
L’aglio calabrese, tra varietà coltivate e selvatiche, è un tesoro di biodiversità e sapore autentico da tutelare e valorizzare

L’aglio (Allium sativum) è una pianta bulbosa che da secoli arricchisce la cucina e la cultura italiana. In Calabria, terra di tradizioni agricole millenarie, l’aglio occupa un posto di rilievo, rappresentando non solo un ingrediente fondamentale nella gastronomia locale, ma anche un simbolo di biodiversità e identità territoriale.
La Biodiversità dell’Aglio in Calabria
In Calabria si annoverano diverse varietà locali di aglio, ciascuna con caratteristiche uniche legate al territorio di coltivazione.
Tra queste, spicca l’Aglio di Laino Borgo, coltivato nel territorio del Pollino. Questo ecotipo si distingue per le sue qualità organolettiche e per le tecniche di coltivazione tradizionali che ne esaltano la tipicità. La produzione avviene manualmente, con semina a fine ottobre e raccolta ai primi di luglio. Le rese possono variare da 70 a 150 quintali per ettaro, influenzate da fattori come la fertilità del terreno, l’epoca di semina e l’andamento climatico.
Un altro esempio significativo è l’Aglio rosa di Nicastro, originario dei dintorni di Lamezia Terme. Questo aglio era già apprezzato in epoca borbonica, tanto che nel 1826 Ferdinando II, Re delle Due Sicilie, promulgò un decreto per prolungare la locale Fiera di San Pietro e Paolo, durante la quale l’aglio rosa di Nicastro veniva utilizzato abbondantemente nei banchetti.
L’aglio selvatico della Sila: un piccolo tesoro di sapori antichi
Oltre alle varietà coltivate, la Calabria vanta una straordinaria ricchezza di aglio selvatico, in particolare nella zona della Sila. Questo tipo di aglio, meno noto al grande pubblico, è un ingrediente prezioso e ricercato in cucina, grazie al suo aroma intenso e al sapore che richiama la tradizione contadina. L’aglio selvatico silano cresce spontaneamente nei prati e nelle radure della pre-Sila, tra i boschi e le aree collinari, dove il clima fresco e l'altitudine ne esaltano il profilo aromatico. Non si tratta solo di un elemento culinario, ma di un vero e proprio patrimonio gastronomico, capace di donare ai piatti un sapore autentico, spesso paragonato a quello dei tempi passati. Le sue proprietà non sono solo gustative: l’aglio selvatico è ricco di antiossidanti e composti solforati, che lo rendono un ottimo alleato per la salute. Inoltre, viene raccolto manualmente, essiccato in ambienti freschi e asciutti, e utilizzato in cucina sia fresco che sotto forma di polvere o infusi.
L’aglio calabrese, che sia coltivato o selvatico, si distingue per il suo profumo e il sapore intenso, molto diverso da quello dei prodotti di importazione provenienti dall'Europa dell'Est o dalla Cina, che spesso risultano più economici ma privi di gusto.
La coltivazione dell’aglio rappresenta una risorsa economica significativa per le comunità locali
L’Aglio di Laino Borgo, ad esempio, viene commercializzato sotto forma di trecce, mazzetti o bulbi singoli, e talvolta trasformato e conservato in vasetti. I programmi di valorizzazione hanno incrementato la domanda, sia tra i residenti che tra i consumatori esterni, portando a un aumento del prezzo e stimolando la produzione. Da un ettaro di terra è possibile ottenere una produzione media di circa 130 quintali di bulbi, con una produzione lorda vendibile (PLV) di circa 8.450 euro. Considerando che i costi espliciti sono mediamente il 25% del valore della PLV, si calcola un probabile reddito netto di circa 6.337 euro per ettaro. Nonostante le potenzialità, la coltivazione dell’aglio in Calabria affronta diverse sfide, non ultima la mancanza di una rete commerciale strutturata, che limita la diffusione su larga scala. Per preservare e valorizzare l’aglio calabrese, è fondamentale promuovere pratiche agricole sostenibili, incentivare la ricerca sulle varietà locali e sviluppare strategie di marketing che ne esaltino l’unicità. Il coinvolgimento delle giovani generazioni è cruciale per garantire il ricambio generazionale nel settore agricolo e per introdurre innovazioni nella filiera produttiva.
L’aglio calabrese, sia esso coltivato o selvatico, rappresenta un patrimonio di biodiversità e cultura che merita di essere tutelato e valorizzato. Investire nella sua promozione significa non solo salvaguardare una tradizione secolare, ma anche contribuire allo sviluppo economico e sociale delle comunità locali, offrendo prodotti di alta qualità ai consumatori e preservando l’identità territoriale della regione.