Tra fede e tradizione: a Trebisacce torna l’antica Fiera di San Leonardo
Il 6 novembre è il giorno dedicato a San Leonardo, patrono di Trebisacce: il programma completo delle celebrazioni
La Fiera di San Leonardo
Ai piedi del Monte Mostarico, cinta dalle imponenti mura del Bastione e adornata dalle acque azzurre del Mar Jonio, Trebisacce – patria del biondo tardivo – si prepara a celebrare il Santo Patrono della città, San Leonardo. I festeggiamenti, che ricadono annualmente il 6 novembre, vedono impegnati l’intera comunità che, tra celebrazioni cittadine e religiose, rendono onore al Santo francese di Limoges, Abate di Noblac. La cittadina jonica, complice anche il bel tempo nonostante il clima novembrino, potrà godere di due diversi momenti che caratterizzano la giornata, tra tradizione e fede. Le vie del centro storico, la mattina del 6 novembre, si animano con l’antica fiera: un tripudio di colori, stand gastronomici, vettovaglie e anche piccoli animali; tra un panino e una carezza ad un coniglietto, i cittadini – ma anche visitatori curiosi dei comuni vicini – si apprestano a riempire il borgo e a godere della giornata di festa. I bambini, soprattutto, potranno bearsi gli occhi e approfittare del giorno libero dai doveri scolastici per prendere parte alle celebrazioni in onore di San Leonardo.
Le celebrazioni religiose
Il pomeriggio, invece, è dedicato alla festa religiosa, quella più intima e sentita. Nella caratteristica Chiesa Madre di San Nicola di Mira, situata nel borgo di Trebisacce, si celebra la Santa Messa proprio in onore del Patrono. Segue, poi, la caratteristica processione per le piccole contrade, dove il tramonto fa da cornice alla suggestiva celebrazione illuminato da candele e fiaccole. Ad aprire il corteo sacro è proprio la statua dell’Abate di Noblac, sorprendentemente piccola rispetto alle figure maestose a cui siamo abituati: un segno caratteristico dell’umiltà del Santo che riflette anche l’animo dei trebisaccesi.
Fiera di San Leonardo
Gli eventi a corredo
La festa patronale è stata preceduta, ieri 5 novembre, dall’evento “Aspettando San Leonardo” organizzato dalla Pro Loco e Assopec di Trebisacce con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale. Percorsi gastronomici, artigianato locale e prodotti tipici hanno animato il centro storico dalle ore 19:00 in collaborazione con artisti locali che hanno creato la giusta atmosfera fino al gran finale, con la Mosaiko Band, che ha fatto ballare tutta la piazza.
L’umiltà di San Leonardo
Il Santo, discendente di nobili franchi, nacque in Gallia al tempo dell’imperatore Anastasio. La sua regale discendenza è testimoniata anche dal suo battesimo, dove fu re Clodoveo – amico di famiglia – a fargli da padrino. Ma Leonardo, nonostante gli agi, si spogliò dei beni terreni per seguire la parola di Dio: entrò quindi a far parte dei discepoli di san Remigio, arcivescovo di Reims. E fu proprio sul suo esempio che cominciò ad essere al fianco degli ultimi, implorando la liberazione dei prigionieri. Spinto da preghiera e carità, rifiutò l’episcopato per ritirarsi presso il Monastero di San Massimino di Micy.
La sua fama si diffuse rapidamente anche fuori confine: i prigionieri, ovunque lo invocassero, si vedevano miracolosamente spezzare le catene e quindi correvano da lui per ringraziarlo e, spesso, restavano in monastero. San Leonardo, oggi, è infatti il patrono dei prigionieri ed è invocato anche dai fabbricanti di catene.
“A Fera di Truzzacul”
La figura di San Leonardo, nella comunità trebisaccese, è legata proprio all’Antica Fiera che, a differenza della conformazione odierna, era più concentrata e si svolgeva solamente intorno alla Chiesa di San Nicola di Mira. Le prime tracce scritte della Fiera – come spiegato dal Prof. Piero De Vita, antropologo trebisaccese – sono riportate nel censimento del 1839. La Fiera, originariamente, veniva denominata “Truzzacul” a causa della folla che impediva un passaggio fluido e facesse sì che la gente si toccasse. “Nell'area della fiera – spiega De Vita - c'era tanta gente ed era un pigia-pigia continuo, una calca ingestibile e un "andare addosso agli altri". Le persone si urtavano, si "truzzàvano", si stringevano, si strusciavano uno addosso all'altro: chi per una direzione chi per quella inversa. Perciò si truzzavano culi con culi. Nel gergo popolare (per gioco e per ironia) è passata come la Fera di Truzzaculi". In seguito l’enorme mercato è stato spostato in Piazza Monumento per approdare poi, negli anni ’80, nella zona di San Martino fino a svilupparsi nelle arterie circostanti.