Arrivano sulla rete dei carburanti italiani gli effetti della crisi saudita. Secondo quanto riporta Quotidiano Energia, Eni ha rivisto al rialzo oggi i prezzi raccomandati di benzina e diesel di 2 centesimi, così come Tamoil, mentre Q8 ha segnato aumenti sui due prodotti di 3 cent. Anche i prezzi praticati cominciano a mostrare i primi segnali in salita. In base ai dati alle 8 di ieri comunicati dai gestori all'Osservaprezzi carburanti del Mise, riporta il quotidiano specializzato, il prezzo medio nazionale praticato in modalità self della benzina è pari a 1,580 euro al litro, con i diversi marchi che vanno da 1,576 a 1,598 euro al litro (no-logo a 1,557). Il prezzo medio praticato del diesel è a 1,468 euro al litro, con le compagnie che passano da 1,465 a 1,488 euro al litro (no-logo a 1,447). Nel servito, il prezzo medio della veder è di 1,714 euro al litro, mentre per il diesel la media è a 1,606 euro al litro. Il Gpl, infine, va da 0,597 a 0,620 euro/litro (no-logo a 0,589).

Una speculazione evidente che non trova giustificazione alcuna e che potrebbe portare ad una raffica di denunce alla magistratura da parte del Codacons. “Mentre il petrolio nelle ultime 24 ore ha fatto registrare sensibili cali, con le quotazioni che ieri chiudevano segnando un -5,7% grazie alle rassicurazioni sulla produzione da parte dell’ Arabia Saudita, oggi tutti i marchi di carburante applicano rincari dei prezzi – spiega il presidente Carlo Rienzi – Aumenti che non trovano giustificazione alcuna, sia perché le quotazioni petrolifere stanno tornando alla normalità, sia perché il carburante venduto oggi ai distributori è stato acquistato mesi fa, quando ancora non si erano verificati tagli alla produzione”. Per tale motivo, se i listini di benzina e gasolio dovessero proseguire la corsa al rialzo, sarà inevitabile una denuncia del Codacons per aggiotaggio contro i petrolieri, considerati gli effetti a cascata prodotti dai rincari dei carburanti sulle tasche delle famiglie e sull’ economia nazionale.