50 colpi sul granito, l’arte del Maestro Gambino di Serra San Bruno, artigiano da generazioni
Il suono cadenzato dello scalpello, le mani impolverate e l'arte nell'anima. Si chiama Sergio Gambino ed è un artigiano calabrese dalle cui mani emergono sculture uniche, vere opere d'arte che impreziosiscono il patrimonio culturale della nostra terra.
Un'eredità, quella di Sergio, che ha raccolto da suo padre Saro, profondo amante di Serra San Bruno e che ha, a sua volta, tramandato ai suoi figli. Ma non è l'unico ad aver subito il fascino di questo nobile mestiere: anche sua sorella è un'artista che, tra dipinti e restauri porta avanti questa attività insieme al marito.
Un lavoro complesso, che necessità di grande conoscenza dei materiali e che, nel caso del Maestro Gambino, predilige quelli locali come il granito serrese, per realizzare sculture di ogni genere e forma.
"A Serra San Bruno, dopo la nascita della Certosa, gli artigiani sono stati la massima espressione dell'arte, soprattutto quella messa a disposizione dell'edilizia" ci spiega così l'amore verso la sua professione Sergio Gambino, artigiano da generazioni.
Si tratta di veri e propri artisti che sono stati in grado di realizzare opere dal fascino incommensurabile che lo stesso Gambino definisce "da sindrome di Stendhal".
"Per fare questo lavoro ci vuole pazienza e tanti "soffi" - dice il Maestro Gambino - gli scalpellini, infatti, un tempo venivano riconosciuti da questi tic nervosi che li vedevano soffiare continuamente anche mentre parlavano.
Quello dei Gambino è un laboratorio d'arte, chiamato Casa della Cultura, intitolato al padre Saro non solo artista ma anche giornalista d'inchiesta e romanziere che per la prima volta, in uno dei suoi libri, parlò della 'ndrangheta nei primi anni '70, quando ancora lo Stato non aveva riconosciuto la parola mafia.