“Mamma, stiamo andando in ospedale?” Francesca ripete le parole di suo figlio, Anthony, con la voce rotta dal pianto. Parole che nessuna mamma vorrebbe sentire uscire dalla bocca del proprio bambino, un ommetto di soli quattro anni.

Il bambino nasce con un un’ipospadia severa, una malformazione congenita ai genitali, aggravata da un rene ectopico, anomalia in cui il rene non è posizionato nella zona lombare.

Queste patologie lo condannano ad un’infanzia di sofferenze: Anthony subisce la prima operazione all’età di un anno, alla quale ne susseguono altre due, senza che gli venga data nessuna certezza per il futuro.

Mamma Francesca ci racconta della dura battaglia che tutta la famiglia sta affrontando. Vivono a San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza, insieme agli altri due figli, di 5 e 16 anni, ed il compagno, che ha il carico del mantenimento della famiglia e delle spese mediche. Nelle parole di Francesca si avverte la paura di un futuro incerto per il proprio bambino. Madre e figlio, infatti, sono costretti a partire per Genova, verso l’Ospedale Pediatrico Gaslini, che ha in cura il bambino. L’ammontare dei viaggi, delle spese, il mantenimento di una famiglia, la necessità di avere accanto a sé il proprio compagno per non dover affrontare da sola un viaggio al capo opposto dell’Italia, ha aumentato ancor di più le difficoltà di una situazione già di per se molto delicata.

“La situazione sembrava essersi normalizzata quando, a seguito di un drastico aumento di peso di circa 10 kg nel giro di poche settimane, dall’ultima visita avvenuta il 28 gennaio, sono emersi dalle analisi valori sballati e disfunzioni ormonali. I medici sospettano si tratti della sindrome di Prader Willi”. Questa è una malattia rara causata da un’anomalia genetica localizzata a livello del braccio lungo del cromosoma 15.

Lo sconforto di Francesca a questa notizia è immenso, visto il carico economico che dovrà affrontare per poter permettere nuove cure al bambino.

“Anthony ormai è abituato a soffrire” continua mamma Francesca “ho paura che non potrà mai avere un futuro, non potrà mai avere una propria famiglia, un figlio. Ho paura che la sua vita sia destinata al dolore. Quando si è rotto il braccio, era già pronto ad andare in ospedale, come se per lui fosse normale routine. Ogni volta che deve affrontare una cistografia, che sarebbe l’inserimento di un tubicino all’interno del pene, lui piange, grida, non vuole. Vedere tutto questo mi distrugge, vorrei solo potesse vivere una vita normale”

Francesca ha indetto una raccolta fondi sul sito GoFoundMe per aiutare questa famiglia a sostenere le cure del piccolo Anthony.

E’ possibile fornire il proprio contributo tramite una donazione, seguendo le indicazioni sul sito:

https://www.gofundme.com/f/aiutare-il-mio-bimbo-malato?utm_campaign=m_pd+share-sheet&utm_medium=social&utm_source=whatsApp