L’arresto in Romania


Il 4 dicembre, le autorità di polizia romene hanno arrestato un cittadino di 46 anni su mandato emesso dal GIP del Tribunale di Palmi (RC). L’uomo è gravemente indiziato di aver commesso maltrattamenti e violenze sessuali nei confronti della moglie e della figlia minorenne, episodi che si sarebbero verificati tra il 2011 e il 2024.

Arrestato in Romania un 46enne

Le accuse


L’ordinanza di custodia cautelare si basa su un’indagine condotta dai Carabinieri della Stazione di Rizziconi. L’inchiesta ha rivelato una lunga serie di comportamenti violenti e vessatori. L’uomo avrebbe sottoposto la compagna a ripetute aggressioni fisiche e verbali, spesso utilizzando calci, pugni e oggetti presenti in casa, con una cadenza quasi settimanale. Questi abusi avrebbero gravemente compromesso la salute fisica e psicologica della donna.

Le violenze sulla figlia


Le indagini hanno portato alla luce anche episodi di violenza nei confronti della figlia minorenne. Non solo la giovane avrebbe più volte cercato di proteggere la madre, ma sarebbe stata anche vittima di attenzioni di natura sessuale da parte del padre. Inoltre, l’uomo avrebbe limitato la libertà personale di entrambe, impedendo loro di uscire e mantenere contatti con amici e familiari, accompagnando tali restrizioni con minacce costanti.

Individuazione e arresto


Grazie all’accurato lavoro investigativo dei Carabinieri, che hanno analizzato testimonianze e tracce sui social network, è stato possibile individuare il sospettato in Romania. Le autorità locali hanno rintracciato e arrestato l’uomo durante un controllo stradale.

Procedura di estradizione


Attualmente, il 46enne si trova detenuto in Romania, a disposizione dell’Autorità giudiziaria locale. Le procedure per la sua estradizione in Italia sono in corso, e l’uomo sarà trasferito per rispondere alle accuse davanti alla giustizia italiana.

Presunzione di innocenza


È importante ricordare che i fatti contestati sono ancora oggetto di indagine. Il procedimento giudiziario è nella fase preliminare, e l’indagato deve essere considerato innocente fino a una condanna definitiva, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza.