Sigfrido Ranucci
Sigfrido Ranucci

L'obiettivo reale della riforma della giustizia, purtroppo, non è semplicemente quello di separare formalmente il pubblico ministero dal giudice. Il vero problema è che l'indagato e l'imputato percepiscano il pubblico ministero come il primo ostacolo della giustizia, rendendo difficile il confronto.

Questo è estremamente pericoloso, soprattutto considerando che non può esistere un sistema in cui il pm non fa più parte della giurisdizione. Separare le carriere significa comunicare al pubblico ministero che non è un giudice, il che crea un problema per gli utenti del sistema giudiziario, che si troveranno a vedere un giudice solo molto tempo dopo rispetto a ora.

“Dialoghi con la magistratura”

A dirlo è Giuseppe Lombardo, procuratore facente funzioni di Reggio Calabria, durante l'incontro "Dialoghi con la magistratura", moderato dalla presidente dell'Anm di Reggio Calabria, Caterina Asciutto, e con la partecipazione del giornalista Sigfrido Ranucci.

Secondo Lombardo, dietro l'uso di formule con forti ripercussioni mediatiche si cela un obiettivo più ampio. Analizzando i progetti di riforma, sia parlamentari che governativi, e quelli delle camere penali, emerge una preoccupazione: oltre alla separazione delle carriere, si intende modificare la composizione dei Consigli superiori della magistratura, cambiando il rapporto attuale tra componenti laiche e togati. Se i progetti prevedono un rapporto paritario, significa che la componente togata sarà sempre in minoranza, un messaggio problematico.

L'instabilità normativa

Lombardo sottolinea che viviamo in una situazione di instabilità normativa, in contrasto con i principi fondamentali del nostro sistema costituzionale. Non è separando il pubblico ministero dal giudice che si migliorerà l'efficienza della giustizia. È fondamentale basarsi su dati concreti e il lavoro del Parlamento è utile, ma deve partire da queste basi. Ha un timore serio: separare il pubblico ministero dal giudice potrebbe accrescere il già elevato potere delle Procure. Il pubblico ministero deve rimanere in contatto con il giudice per evitare un potere incontrollato. Questa connessione è essenziale e nessuno può rinunciarvi, a prescindere dalla possibilità di un Csm autonomo per il pubblico ministero, poiché il vero rischio è un riassetto complessivo tra i poteri dello Stato.