Riceviamo e pubblichiamo

Crediamo che i call-center possano diventare a breve luoghi di facile contagio del
COVID-19. Crediamo sia necessario attuare tutte le disposizioni governative e
OLTRE, riducendo i flussi di lavoro, disinfettando sale e postazioni, consentendo
l'accesso di un numero ridottissimo di lavoratori in grado di mantenere distanze di
sicurezza o chiudendo del tutto le attività (cosa più sensata al momento secondo
noi).
Nella sola area urbana cosentina siamo diverse migliaia e abitiamo in tutti i paesi
della provincia e non solo. Crediamo che le vite e la salute delle persone valgano più
di profitti, fatturato e Pil, e questo vale ancora di più oggi nel momento in cui ci
troviamo costretti a pagare il prezzo carissimo dei tagli alla sanità e
dell'aziendalizzazione di ogni servizio sociale essenziale.
Le carenze della sanità pubblica qui in Calabria erano evidenti a tutti già da prima del
Covid19, dobbiamo assolutamente limitare il contagio CON OGNI MEZZO
NECESSARIO. Rischiamo che il sistema sanitario collassi e che qualcuno sia costretto
a scegliere a chi fare la terapia intensiva, scegliere in pratica fra chi vive e chi muore,
come sta già succedendo al Nord!
Questo è il frutto marcio e avvelenato di una società intera, di uno Stato e delle
Regioni, che non hanno voluto andare oltre i diktat dell'economia e del business
(legale o meno). Noi crediamo che la soluzione più ragionevole al momento sia
quella di chiudere le attività produttive non essenziali con indennizzo pieno di tutte
le giornate di lavoro perse.
Potremmo sembrare allarmisti o paranoici ma abbiamo a cuore le vite e la salute dei
nostri cari e delle nostre comunità e non vogliamo diventare i super diffusori di
questa pericolosa pandemia nell'area urbana di Cosenza.