L’Aula Bunker di Lamezia Terme: Una Commedia degli Errori (o forse una Tragedia?)
L'aula bunker di Lamezia Terme: 5 milioni di euro per un'opera allagata. Simbolo di giustizia o dell'ennesimo paradosso calabrese?
Se i calabresi hanno una dote, è quella di saper prendere con filosofia anche le situazioni più surreali. E diciamocelo: non serve un senso dell’umorismo raffinato per vedere il lato tragicomico dell’aula bunker di Lamezia Terme.
Correva l’anno 2020, quando la Calabria si dotava di questa meraviglia dell’ingegneria moderna, progettata per ospitare il mastodontico processo "Rinascita Scott". Un nome altisonante, che prometteva di portare a galla tutte le verità nascoste nelle viscere della criminalità organizzata. Dovevano esserci 456 imputati in quel primo grado di giudizio: numeri da record, quasi da guinness, che avrebbero meritato un’aula bunker all’altezza della sfida.
E invece, eccoci qui, solo quattro anni dopo, a raccontare una storia che sembra più un film di Totò che un capitolo di legalità.
Il Diluvio Universale… Senza Nessuno Dentro (Per Fortuna)
Il 3 novembre 2024, madre natura ha deciso di mettere alla prova questa struttura di 5 milioni di euro, regalandoci uno spettacolo d’acqua che neanche a Venezia nei giorni di marea alta. L’aula bunker si è letteralmente allagata. Eh sì, pioggia battente, pompe di drenaggio assenti (o addormentate?), un po’ di fatalità... et voilà, il risultato: una piscina indoor gratuita. Magari è il primo passo per candidare Lamezia come nuova località turistica per sport acquatici!
Certo, per fortuna non c’era nessuno dentro. D’altronde, i processi si tengono ormai "a singhiozzo" e questa aula, anziché ospitare giustizia, sembra più un simbolo del paradosso.
Rinascita Scott: Una Saga Epica Che Non Finisce Mai
Il processo Rinascita Scott doveva essere "la svolta": 456 imputati iniziali, ma a forza di rinvii, trasmissioni di atti, trasferimenti, e assoluzioni, i numeri si sono diluiti come un caffè annacquato.
Facciamo un po’ di matematica spicciola:
- Dei 456 imputati, 435 sono arrivati davanti ai giudici.
- Febbraio 2024: i giudici di primo grado si occupano di 91 imputati. Risultato? 70 condannati e 21 assolti.
- Corte d’Appello, ottobre 2023: confermate 67 condanne, mentre altri 3 se ne vanno assolti.
- Ah, e non dimentichiamo i processi davanti alla Corte d’Assise per reati gravissimi: 14 imputati lì, altri 343 destinati alla Procura di Vibo Valentia.
E in mezzo a tutto questo caos, l’aula bunker di Lamezia non c’è. O meglio, c’è, ma è inagibile fino a marzo 2025. Nel frattempo, gli avvocati protestano: perché diavolo un processo calabrese dovrebbe essere traslocato in Sicilia? Ma forse questa è solo una domanda retorica: sappiamo tutti che quando c’è di mezzo la burocrazia, la logica rimane fuori dalla porta.
Milioni di Euro per… Cosa?
L’aula bunker di Lamezia è costata grosso modo 5 milioni di euro. Cinque milioni di euro che, a oggi, non ospitano processi, non garantiscono giustizia e non impediscono nemmeno all’acqua di entrare dalla porta. È stata costruita in tempi record, certo, con una "pompa magna" di inaugurazioni, discorsi e strette di mano. Ma la domanda sorge spontanea: possibile che dopo così pochi anni sia già fuori uso?
La risposta potrebbe essere molto semplice: forse il progetto è nato male, in un luogo inadatto, con materiali che hanno ceduto troppo presto. E mentre i calabresi pagano il conto di questi disastri, nessuno sembra voler offrire spiegazioni.
La Calabria Merita di Più
Il caso dell’aula bunker di Lamezia Terme non è solo un problema logistico o infrastrutturale: è il simbolo di una regione che fatica a vedere concretizzati i propri sforzi per il cambiamento.
Certo, la mafia non si sconfigge con un’aula bunker, ma un’aula bunker in grado di funzionare sarebbe almeno un buon punto di partenza. Invece, ci troviamo di fronte all’ennesima opera incompiuta, un monumento all’assurdo che dovrebbe far riflettere non solo i calabresi, ma tutto il Paese.
Perché, alla fine, non si tratta solo di una struttura allagata. Si tratta di fiducia tradita, di risorse mal spese, e di promesse che non trovano mai riscontro nella realtà.
Cari calabresi, forse è ora di chiedere qualche spiegazione in più. E magari, di pretendere che la prossima aula bunker sia progettata per resistere almeno a una pioggia.