Ad aprile stipendio più alto per chi ha lavorato durante le feste. Come da normativa, infatti, il lavoro festivo merita una maggiorazione in busta paga in percentuale variabile a seconda del settore d’impiego.

Il fatto che ad aprile ci siano state diverse festività aiuta a guadagnare di più: se da una parte coloro che hanno goduto del giorno di riposo garantito nei giorni di festa non devono temere un taglio della busta paga, in quanto l’assenza verrà retribuita come un normale giorno di lavoro, dall’altra chi in accordo con il datore di lavoro ha prestato regolare attività lavorativa ha diritto a un aumento che, ad esempio, nel settore commercio equivale al 30% dello stipendio, mentre per chi lavora in alberghi e ristoranti è del 20%.

Come ci ricorda Money.it, però, non bisogna commettere l’errore di credere che le festività di aprile siano state tre, ossia Pasqua, Pasquetta e 25 aprile. Secondo la normativa - articolo 2 della legge n. 260 del 27 maggio 1949 - infatti, Pasqua non è considerato come un giorno festivo, quindi chi ha lavorato il 9 aprile al massimo può confidare nella maggiorazione per lavoro domenicale se riconosciuta dal contratto collettivo. L’aumento di stipendio per festivo scatta quindi per le sole giornate del 10 e 25 aprile, se lavorate, o comunque per il giorno di Pasqua in quei (pochi) casi in cui il contratto di categoria, in deroga a quanto stabilito dalla normativa nazionale, lo considera comunque come giorno festivo.

Nel frattempo continuerà a essere riconosciuto anche il bonus risultante dallo sgravio contributivo introdotto dalla legge di Bilancio 2023, del 3% per chi guadagna meno di 25.000 euro l’anno, del 2% per chi sta sopra questa soglia ma comunque sotto i 35.000 euro. Sgravio che da maggio, grazie al Decreto lavoro, verrà potenziato nella misura - secondo indiscrezioni - dell’1%, con ulteriori vantaggi in busta paga a partire dal prossimo mese.