rende vigile ferisce famiglia

Un episodio di violenza inquietante ha recentemente scosso Cosenza e Rende dove una giovane madre è stata aggredita da un vigile urbano. L’episodio ha suscitato un’ondata di sdegno e indignazione, attirando l’attenzione dei social dopo la diretta della vittima, M.G.A., e un articolo pubblicato dalla nostra redazione. La signora A. difesa dall’avvocato Mario Scarpelli del foro di Cosenza, ha sporto denuncia ufficiale presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Cosenza, accompagnata da un referto dell'ospedale Annunziata che attesta le lesioni subite. 

La QUERELA danneggiamento ed ingiuria

Il giorno 04/11/2024 alle ore 11 :54, negli uffici del comando Carabinieri Cosenza, dà atto che è presente la persona A.M.G. compiutamente generalizzata, la quale denuncia quanto segue:
"Nel pomeriggio di sabato 2 Novembre 2024, intorno alle ore 18:30, con la mia autovettura Kia Sportage di colore bianco, e con a bordo quali passeggeri mia madre S.V., e mia sorella qui presente A.M.G. con la sua bimba di 10 mesi, percorrevo la via Torino di Rende (CS), precisamente all'interno del sottopassaggio del centro commerciale "Metropolis" quando, giunta verso l'uscita dello stesso sottopassaggio, mi accorgevo che vi era, poco più avanti, un sinistro stradale, non segnalato, e pertanto rallentavo. Nel rallentare vengo affiancata sulla destra da un altro veicolo il quale, anche lui probabilmente non accortosi dell'incidente, nel rallentare mi strige sulla destra, veicolo a cui faccio un colpo di clacson prolungato al fine di farlo rendere conto che stava per collidere con la mia autovettura. A seguito del mio colpo di clacson, l'altro autoveicolo, evitava l'impatto e proseguiva la sua marcia, mentre io, come detto rallentavo sia per via dell'incidente che per evitare l'impatto con l'altro veicolo. Proseguivo normalmente, a passo d'uomo, vista la presenza del sinistro stradale e mia sorella, che era seduta dietro, lato sinistro, nel guardare dal finestrino, vede un uomo, vestito tutto di blu, che correva a piedi e gridava verso di noi. Io A.M.G., dico a mia sorella che c'era uno che correva dietro di noi, imprecando ma, nemmeno il tempo di farle rendere conto di ciò, che quest'uomo inizia a prendere a pugni il cofano motore della macchina di mia sorella, sul lato destro. Io A.M.M., che come detto andavo a passo d'uomo, fermo la macchina e scendo, al fine di vedere cosa quell'uomo avesse fitto e, appena scesa, l'uomo viene sul lato sinistro della macchina, dove ero io, e con testuali parole mi diceva: "chi cazzu sueni, u ru vidi ca c'è n'incidente, ohi puttà". Queste parole venivano sentite. anche da mia madre S. V., la quale scendeva anche lei dalla macchina, preoccupata visto la situazione e quanto sentito. Io A.M.G., che come ho detto ero seduta dietro, dal lato sinistro, ho abbassato il finestrino, invitando l'uomo ad abbassare i toni e a moderare il linguaggio, atteso che in macchina c'era mia figlia che si è messa a piangere in quanto anche lei ha sentito le urla dell'uomo. L'uomo a questo punto, è venuto da me, A.M.G. ed io gli ho fatto notare che avevo una bambina, la quale si era messa a piangere e contestualmente scendevo dalla macchina con mia figlia in braccio. Scesa dalla macchina con mia figlia, l'uomo mi riferiva testualmente: "chi cazzu mi nè frica ca c'è ra picciriddra", venendo proprio faccia a faccia con me, che ero nello spazio creato tra la portiera aperta e la macchina stessa. A questo punto io A.M.M. dicevo all'uomo che avevo usato il clacson per allertare un'altra macchina, la quale mi stava venendo addosso perché, non vedendo l'indicente, non aveva rallentato. L'uomo continuava dicendomi sempre: "ma chi cazzu sueni?" ed io ribattevo dicendo che nemmeno il suo era stato un. modo corretto per attirare la mia attenzione, visto che mi aveva appena preso il cofano motore della macchina a pugni, appellandomi anche con l'epiteto di puttana. Lui continuava a sbraitare allontanandosi dalla macchina, ed allora io A.M.M. dico che stavo chiamando i Carabinieri, e vicino a me c'erano mia sorella A.M.G., sempre con in braccio la figlia, e mia madre, ed eravamo tutte e tre fuori dalla macchina la quale era ferma con le portiere chiuse. Sentendomi che io A.M.M. stavo chiamando i Carabinieri, l'uomo si voltava e veniva di nuovo verso di noi, ed io replicavo dicendogli che, quando sarebbero venuti i Carabinieri, avrei riferito loro se i suoi modi per fermare la mia macchina erano consoni. L'uomo rispondeva dicendo che sarebbe stato lui a chiamare i Carabinieri perché aggredito da me A.M.M. e da me A.M.G.. Io A.M.G., nel ribadire all'uomo la sua scorrettezza, gli riferisco che nemmeno davanti ad una bambina si era fermato. L'uomo è venuto verso di me, di nuovo faccia a faccia e: per tenerlo lontano, siccome non avevamo la macchina a protezione, in quanto nel frattempo ci siamo spostate, sono stata costretta ad allungare la gamba destra come a porre un limite, una distanza, con lui. L'uomo invece ha preso la mia gamba destra, l'ha alzata e, torcendomi il piede, mi ha fatto cadere a terra, all'indietro, con mia figlia, che fortunatamente sono riuscita a proteggere nella caduta. A ciò, sono corse due donne, vestite allo stesso modo dell'uomo, le quali, anziché tirarselo a loro, avevano in mano un cellulare e lo rivolgevano al mio indirizzo, a quello di mia sorella A.M.M. e a mia madre. A questo punto io A.M.M., per paura di una nuova reazione da parte dell'uomo, sono corsa verso di lui è l'ho spinto per allontanarlo, in quanto mia sorella ancora era a terra. L'uomo con le donne si allontanava, ed io A.M.M. ed io A.M.G., unitamente a nostra madre, aspettavamo l'arrivo delle Forze dell'Ordine che giungevano sul posto poco dopo, sentendo la nostra versione e quella dell'uomo e delle donne. Precisiamo éntrambe che abbiamo utilizzato il termine uomo e donne perché solo dopo che si sono calmati un pò gli animi, ci siamo rese conto che erano i Vigili Urbani di Rende (CS) intervenuti per il sinistro stradale, perché poi abbiamo visto la scritta sui loro indumenti, e che quindi erano in divisa e avevano la loro macchina con i lampeggianti spenti. Io A.M.M., nel vedere poi la mia macchina, mi accorgevo che il cofano motore aveva riportato delle ammaccature. Precisiamo entrambe che i fatti si sono verificati nei pressi del cinema Garden di Rende (CS) subito dopo il predetto sottopassaggio, ed il tutto alla presenza di numerose persone. Io A.M.G., nell'immediatezza, sono stata soccorsa dal personale 118 intervenuto a bordo di autoambulanza, con la quale giungevo presso il P.S. del nosocomio bruzio dove i sanitari di turno effettuavano le prime visite e cure, sono rimasta fortemente turbata per l'accaduto in quanto il tutto si è svolto anche alla presenza di mia figlia di soli 10 mesi che, ancora oggi manifesta spasmi notturni che non aveva mai avuto prima. Precisiamo entrambe che siamo ancora sotto shock per la violenza subita ed io A.M.G., in data 16 Novembre 2024, avrei dovuto partecipare ad uno spettacolo in qualità di ballerina, presso il cineteatro "Garden" di Rende (CS), a cui non potrò partecipare per le lesioni subite. Nominiamo fin da ora, come nostro difensore di fiducia l'Avv. Mario SCARPELLI del foro di Cosenza, con studio legale in via Silvio Sesti nr. 14 Cosenza.

Querela fatta Presso il Comando Provinciale Carabinieri Cosenza

Il Referto dell'Annunziata di Cosenza

Anamnesi effettuata da C. D. P. 1 02/11/2024 alle ore 22:20
Prossima: accede per trauma spalla destra e coscia destra e escoriazioni all'arto superiore destro in seguito a riferito diverbio e aggressione da parte persona di pubblico servizio. Nega patologia ed allergie
Prestazioni 02/11/2024 22:22:00- SETTORE RADIOLOGIA- D. P. C (99909] Prestazioni 02/11/2024 22:22:00- SETTORE RADIOLOGIA- DE PAOLA CATERINA (99909] RX SPALLA (2 PR.). RX ANCA (2 PR.) Esami richiesti 02/11/2024 23:21 - RX SPALLA (2 PR.) - 02/11/2024 23:21 - RX ANCA (2 PR.) Consulenze
02/11/2024 22:23- ORTOP. E TR. 1^ [3601] - VISITA ORTOPEDICA

Referto Ospedale Annunziata di Cosenza
Referto Ospedale Annunziata di Cosenza

Terapie a domicilio

Si consiglia riposo, ghiaccio piu' volte al gg x 20 minuti la volta - paracetamolo 1000 mg 1 cp mattina e sera x 5 gg ( paziente)
che allatta). Controllo dal medico curante.Esito azzurro DIMISSIONE A DOMICILIO del 03/11/2024 00:01
Diagnosi di Dimissione: CONTUSIONE DI PARTE NON SPECIFICATA DELL'ARTO INFERIORE - trauma contusivo distorsivo ci spalla e coscia destra V- Guaribile in gg 10 sc V- Edotto del Rischi Raggi X ne accetta l'esecuzione

La vicenda

che ha colpito profondamente l’opinione pubblica, racconta di un episodio che doveva essere una normale gestione di un incidente stradale, trasformato invece in un incubo per M.G.A., sua sorella, la loro madre 80enne e una bimba di soli 10 mesi. L’aggressione è avvenuta nei pressi del cinema Garden a Rende, verso le 18:35, mentre le donne si trovavano in auto. Un uomo in divisa, presumibilmente un ausiliare del traffico o un vigile urbano, avrebbe perso il controllo, passando da un rimprovero verbale a violenze fisiche.

Un’escalation di violenza inaspettata

Secondo il racconto della signora A., il vigile ha iniziato ad aggredire verbalmente le donne, accompagnando le parole con pugni e calci all’auto. La situazione è degenerata quando l'uomo, in preda alla rabbia, ha iniziato a proferire insulti pesanti e sessisti. La giovane madre, terrorizzata per la sua bambina in lacrime, ha cercato di difendersi verbalmente, ma l’uomo, invece di calmarsi, avrebbe intensificato la sua aggressività. In un gesto di pura violenza, il vigile ha afferrato il piede della donna e lo ha torto con tale forza da farla cadere dolorante a terra.

Il trauma fisico e psicologico della vittima

A seguito dell’aggressione, la famiglia si è recata in ospedale, dove è stato rilasciato un referto per le lesioni riportate dalla signora Aiello. Oltre al danno fisico, però, il trauma psicologico è stato profondo: una giovane madre si è ritrovata vittima di un’aggressione immotivata da parte di chi dovrebbe rappresentare l’ordine e la sicurezza pubblica. L’episodio ha scatenato un dibattito acceso sui social e tra la cittadinanza, che si interroga sulle tutele e i limiti dell’autorità per i cittadini.

La nostra posizione e la responsabilità giornalistica

Dopo la pubblicazione del nostro primo articolo sull’episodio, in redazione sono giunti numerosi messaggi ma anche la condivisione della notizia da parte dei colleghi di Iacchitè. Alcuni lettori ci hanno criticato aspramente, accusandoci di non aver verificato adeguatamente le informazioni, mentre altri ci hanno definito “pazzi” per aver riportato una storia tanto controversa. Ci teniamo a chiarire che la redazione di Calabria News 24 verifica sempre con serietà e rigore tutte le informazioni prima di pubblicarle, come è giusto che sia per una testata giornalistica. Ringraziamo l'Avvocato Mario Scarpelli per la fiducia risposta in NOI

Nel caso specifico dell’aggressione subita dalla signora A.

Abbiamo seguito ogni passo con scrupolo: abbiamo preso visione della sua diretta social, contattato la vittima e raccolto la sua testimonianza, confrontando le informazioni ricevute. Il nostro impegno come giornalisti è di offrire una narrazione fedele ai fatti, lasciando alle autorità competenti il compito di accertare le responsabilità e le conseguenze legali di quanto accaduto. Pronti come redazione anche ad ascoltare il Vigile qualora voglia fornire la sua versione dei fatti e documenti.

Domande e richiesta di giustizia

Questo episodio solleva domande inquietanti: è possibile che chi indossa una divisa possa abusare del proprio ruolo al punto da rappresentare una minaccia per la sicurezza dei cittadini? La signora A., che avrebbe dovuto partecipare a un evento per un’associazione contro i tumori, ora si trova immobilizzata dalla paura e si chiede come sia possibile che episodi simili possano accadere senza che vi sia una tutela adeguata per i cittadini.

Siamo consapevoli dell’impatto di una notizia simile e della responsabilità che comporta la diffusione di informazioni su fatti tanto delicati. Come redazione, continueremo a seguire con attenzione gli sviluppi di questa vicenda, aggiornando i nostri lettori e mantenendo alta l’attenzione su un caso che non può e non deve passare inosservato.