In un’epoca in cui le varietà fruttifere si contano sulle dita di una mano e la grande distribuzione detta legge con frutti tutti uguali, perfetti ma senz’anima, riscoprire un’antica cultivar come la Pera Mastantuono significa compiere un gesto culturale oltre che gastronomico. Questa particolare varietà di pera, rara e preziosa, è profondamente legata ai territori rurali dell’Italia meridionale – in particolare alla Campania, al Sannio beneventano e ad alcune zone dell’alta Calabria – dove per secoli ha adornato i frutteti contadini, silenziosa testimone di un’agricoltura fatta di cicli naturali e saperi tramandati.

Origini e diffusione: una varietà autoctona dal nome “nobile”

La Pera Mastantuono deve il suo nome, secondo la tradizione orale, a un antico possidente terriero o un agronomo locale che per primo ne selezionò e diffuse la cultivar nei suoi terreni, probabilmente nel corso del XVIII o XIX secolo. Il nome stesso, che in dialetto suona come “Mast’Antuono”, riecheggia il rispetto per chi un tempo custodiva la terra e i suoi frutti.
Questa pera non ha mai conosciuto la diffusione commerciale su larga scala. È rimasta una varietà locale, “di casa”, coltivata per autoconsumo o per i piccoli mercatini di paese. Solo negli ultimi anni, grazie al rinnovato interesse per i frutti antichi e alla valorizzazione delle varietà autoctone, la Mastantuono sta tornando alla ribalta.

Caratteristiche del frutto: bellezza rustica e sapore inconfondibile

La Pera Mastantuono si distingue per le sue peculiarità morfologiche e organolettiche: Dimensioni medio-piccole, con forma tondeggiante-piriforme. Buccia spessa, ruvida e irregolare, di colore verde-giallognolo, con sfumature marroni o rugginose nelle zone più mature. Polpa compatta, zuccherina, leggermente granulosa, di colore bianco avorio. Sapore ricco e aromatico, con una nota acidula equilibrata, che ricorda le pere d’un tempo, genuine e senza compromessi. Matura tra fine agosto e settembre, ma può essere conservata anche per settimane se ben stoccata, grazie alla sua rusticità.

Un frutto resiliente e sostenibile

Dal punto di vista agronomico, la Mastantuono è una pianta rustica, resistente e poco esigente. Tollera suoli poveri, sopporta bene la siccità estiva e si adatta a coltivazioni senza l’uso massiccio di fitofarmaci, rendendola ideale per l’agricoltura biologica e rigenerativa.
In passato era spesso coltivata in campi misti insieme ad altri alberi da frutto o vigneti, sfruttando al massimo la biodiversità del territorio. La sua capacità di integrarsi in ecosistemi agricoli complessi la rende oggi un modello virtuoso per chi vuole tornare a un’agricoltura meno intensiva e più armonica.
Usi tradizionali e innovativi: una pera da riscoprire in cucina. La Pera Mastantuono si presta a molti usi gastronomici: Fresca, per gustarne la dolcezza naturale e la consistenza. Cotta al vino rosso o al forno, con spezie e miele, come si faceva nei dolci delle feste contadine. Essiccata, per essere consumata nei mesi invernali o abbinata a formaggi stagionati. Confetture e mostarde, grazie al suo equilibrio tra zuccheri e acidità. Sciroppata o in composta, ideale come guarnizione per dolci rustici.
Alcuni chef contemporanei la stanno impiegando anche in piatti salati, ad esempio accostandola a carni bianche, insalate tiepide o risotti, per sfruttare la sua aromaticità.

Un patrimonio da tutelare: biodiversità e identità rurale

Come molte varietà fruttifere locali, anche la Pera Mastantuono rischia l’estinzione a causa della standardizzazione commerciale, dell’abbandono delle campagne e dell’erosione della biodiversità agricola. Fortunatamente, diverse associazioni, reti di agricoltori custodi e progetti regionali si stanno muovendo per catalogarla, conservarne le piante madri e incentivare la riproduzione.
Inserirla in orti scolastici, frutteti didattici, progetti di agricoltura sociale o reti Slow Food significa restituire valore a un frutto che racconta la nostra storia agricola e alimentare.

Perché vale la pena cercare la Pera Mastantuono

La Pera Mastantuono non è solo un frutto: è una memoria vivente, un frammento del paesaggio agricolo del Sud Italia, un esempio di come natura e cultura possano fondersi in modo armonico.
Scegliere di coltivarla, acquistarla o semplicemente assaggiarla è un atto di consapevolezza: significa difendere la biodiversità, sostenere l’economia contadina e riscoprire sapori veri, quelli che parlano di stagioni, di mani rugose e di ricette senza tempo.
La prossima volta che sentite parlare di questa antica pera, non lasciatevela sfuggire. Potrebbe sorprendervi. E, forse, farvi innamorare.