​La Calabria sta affrontando una crisi idrica significativa, aggravata da infrastrutture obsolete e da condizioni climatiche avverse. Secondo l'Istat, nel 2022 le reti idriche regionali hanno registrato perdite pari al 48,7% dell'acqua immessa, con punte del 66,5% a Cosenza (dove spesso manca l'acqua in diversi quartieri della città), e del 65% a Vibo Valentia.

La stato d'emergenza del 2024

Nel 2024, la regione ha vissuto un periodo di siccità prolungata, caratterizzato da scarse precipitazioni e temperature superiori alla media. Questo ha portato a una riduzione significativa delle risorse idriche superficiali e sotterranee. In risposta, il 27 settembre 2024, il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per diverse aree della Calabria, tra cui la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Crotone.

I soldi del Pnrr

Per affrontare queste criticità, la Regione Calabria, attraverso l'Autorità rifiuti e risorse idriche della Calabria (Arrical) e la Società risorse idriche calabresi (Sorical), ha ottenuto 32,8 milioni di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Questi fondi sono destinati a migliorare l'efficienza delle reti di distribuzione idrica in 21 Comuni, tra cui Roccella Ionica, Polistena e Cittanova, coinvolgendo circa 164.000 residenti.

Le sfide della Calabria

Nonostante questi interventi, permangono sfide significative. Un rapporto di Greenpeace e del Cnr-Ibe evidenzia che nel 2024 la siccità ha raggiunto livelli estremi nel 47% del territorio calabrese, influenzando negativamente l'agricoltura e riducendo la produzione di colture non irrigue.

La Calabria, quindi, si trova ad affrontare una duplice sfida: modernizzare le infrastrutture idriche per ridurre le perdite e implementare strategie efficaci per gestire le risorse idriche in un contesto di cambiamenti climatici sempre più evidenti.