Carne coltivata in laboratorio
Carne coltivata in laboratorio

La carne coltivata in laboratorio, ottenuta da cellule staminali animali, rappresenta un'innovazione nel settore alimentare con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale degli allevamenti tradizionali. 

La questione del gusto, un elemento cruciale

La questione del gusto rappresenta un elemento cruciale nella discussione sulla carne coltivata in laboratorio. I primi assaggi di carne in vitro, come l'hamburger da 250.000 dollari presentato nel 2013, hanno ricevuto reazioni positive ma anche critiche per una texture ancora imperfetta rispetto alla carne tradizionale. Con il progredire della tecnologia, i produttori di carne coltivata stanno lavorando per replicare non solo l'aspetto nutrizionale ma anche le qualità organolettiche, come sapore, aroma e consistenza.

Il futuro è la carne coltivata

La carne coltivata è composta da cellule animali, quindi il potenziale per replicare il gusto della carne convenzionale è elevato. Tuttavia, la differenza principale risiede nel grasso: i grassi influenzano fortemente il sapore e la succosità della carne, ma replicare i grassi animali in laboratorio è una sfida ancora in corso. Le aziende stanno sperimentando tecniche per coltivare tessuti adiposi o per integrare grassi vegetali, ma spesso si nota una leggera differenza di gusto che potrebbe influenzare l’accettazione dei consumatori.

In Italia, nel novembre 2023, è stata approvata una legge che vieta la produzione e la vendita di carne coltivata, rendendo l'Italia il primo Paese in Europa a introdurre tale divieto. Tuttavia, la Commissione Europea ha sollevato obiezioni riguardo a questa legislazione, affermando che l'Italia ha violato le procedure europee notificando il divieto senza seguire l'iter previsto. Questo potrebbe portare a una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia. 

Il "novel food"

A livello europeo, la carne coltivata rientra nella categoria dei "novel food" e, per essere commercializzata, deve ottenere un'autorizzazione dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Attualmente, la carne coltivata non è ancora disponibile sul mercato europeo, poiché è in attesa di approvazione da parte dell'EFSA.

La produzione di carne coltivata è vista da alcuni come una soluzione per ridurre l'impatto ambientale associato agli allevamenti intensivi, poiché potrebbe diminuire le emissioni di gas serra e l'uso di risorse naturali. Tuttavia, la sua produzione richiede attualmente un elevato consumo energetico, e l'effettivo beneficio ambientale dipenderà dall'adozione di fonti di energia sostenibili. 

Parallelamente, diverse organizzazioni internazionali, tra cui Greenpeace, sottolineano l'importanza di ridurre il consumo di carne per mitigare i cambiamenti climatici. Ad esempio, un rapporto della COP 28 ha evidenziato la necessità di diminuire del 50% il consumo di carne entro il 2050 per ridurre l'impatto ambientale. Inoltre, studi indicano che una riduzione anche modesta nella produzione di carne nei Paesi ad alto reddito potrebbe avere un impatto significativo sulle emissioni globali di gas serra.

Potenziale innovazione per affrontare le sfide ambientali 

La carne coltivata rappresenta una potenziale innovazione per affrontare le sfide ambientali legate alla produzione di carne, ma la sua efficacia dipenderà da vari fattori, tra cui l'efficienza energetica dei processi produttivi e l'accettazione da parte dei consumatori. Il gusto, in particolare, è una componente fondamentale per determinare il successo di questa tecnologia: se la carne coltivata non sarà in grado di replicare appieno le qualità organolettiche della carne tradizionale, la sua adozione potrebbe essere limitata, nonostante i potenziali benefici ambientali e sanitari.

Contemporaneamente, la riduzione del consumo di carne, supportata da politiche educative e normative, appare una via immediatamente praticabile per diminuire l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi. L’adozione di entrambe le strategie, ovvero la promozione della carne coltivata e la sensibilizzazione verso un minore consumo di carne, potrebbe offrire un approccio più completo e sostenibile per affrontare le sfide ambientali e sanitarie legate alla produzione e al consumo di carne.