L'operazione della Procura di Cosenza

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza ha avviato un'importante operazione giudiziaria, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone e decreti di sequestro preventivo per equivalente per un valore complessivo superiore a 15 milioni di euro. I provvedimenti, emessi dal Gip del Tribunale di Cosenza, si affiancano alla notifica di inviti a comparire per rendere interrogatorio rivolti ad altri otto indagati, a seguito di richieste di misure cautelari.

Le indagini

L’attività investigativa, condotta dalla Guardia di Finanza di Cosenza in collaborazione con il Centro Operativo Sicurezza Cibernetica locale, ha svelato l’esistenza di un’organizzazione criminale composta da almeno sette persone. Tale organizzazione, attiva nel territorio di Cosenza e lungo la costa tirrenica, è accusata di aver orchestrato numerose truffe ai danni dello Stato con l’obiettivo di ottenere crediti di imposta e successivamente monetizzarli tramite cessioni a Poste Italiane S.p.A.

Gli investigatori, attraverso intercettazioni telefoniche e telematiche, analisi di segnalazioni per operazioni sospette e approfondimenti informatici di alto livello tecnico, hanno ricostruito il complesso schema fraudolento. La provvista economica ottenuta veniva reimpiegata in operazioni di autoriciclaggio, in particolare nell’acquisto di oro da investimento.

Guardia di Finanza
Guardia di Finanza

Il modus operandi

Le indagini hanno portato alla luce il funzionamento dell’organizzazione, suddivisa in ruoli precisi:

Gestori dell’organizzazione che si occupavano di istruire le pratiche per la cessione dei crediti di imposta e beneficiavano direttamente dei proventi illeciti, utilizzati per l’acquisto di oro da investimento.

Reclutatori: reclutavano persone disposte a fornire le proprie credenziali per richiedere in modo fraudolento benefici tributari ed economici.

Recuperatori di oro: erano incaricati di ritirare materialmente l’oro acquistato con i fondi illeciti.

I reclutati, formalmente beneficiari dei bonus statali ottenuti in modo illecito, trattenevano circa il 10% della somma frodata come compenso per la loro collaborazione. Durante l’operazione, gli investigatori hanno già sequestrato circa tre chilogrammi di monete d’oro, per un valore stimato di 170 mila euro.

Estensione dell’Inchiesta

L’attività investigativa non si è limitata alla Calabria, ma ha coinvolto anche altre regioni, come Puglia, Toscana, Piemonte, Lombardia e Sardegna. Questo ampio raggio d’azione ha permesso di identificare ulteriori dettagli e ramificazioni dell’organizzazione, confermando la portata nazionale della frode. Le indagini proseguono per identificare ulteriori responsabili e recuperare il denaro sottratto, con l’obiettivo di smantellare completamente l’organizzazione e restituire giustizia ai contribuenti.