Per il brindisi delle feste di fine anno vincono i grandi classici italiani: uno spumante dolce, bello gelato, è il miglior abbinamento con i dolci della ricorrenza, panettone e pandoro, quando non sono farciti. A dirlo all'ANSA è Marco Sabellico, storico curatore della guida Vini d'Italia del Gambero Rosso. ''Abbiamo i classici, e allora diamo importanza alla grande tradizione nazionale. - sottolinea l'esperto degustatore - Il più famoso è il Moscato d'Asti, nelle diverse versioni. Scegliamo un piccolo vignaiolo che fa un buon Docg.

Mentre se il lievitato delle feste ha del cioccolato o frutti di bosco bene, ad esempio, il connubio col Brachetto d'Acqui o la Malvasia di Castelnuovo Don Bosco Doc o, ancora tra i vini dolci, un Freisa frizzante. C'è un mondo intero per molti versi ancora da scoprire e le feste di fine anno possono essere una buona occasione, anche perché sgrassano il fine pasto.

Spostandosi in Veneto, coi dolci lievitati abbinamento ideale è col Prosecco Dry e con il Cartizze Dry. Ottimo il connubio tra pandoro e panettone anche col Recioto di Soave, il Recioto della Valpolicella, oltre che col Torcolato di Breganze. Siamo il Paese - ricorda Sabellico - con la maggiore produzione dei vini dolci e stiamo assistendo a una rinascita d'interesse per queste realtà. In Calabria ho assaggiato interessanti e rari Moscato di Saracena e il Terre di Gerace Bianco''.


E un vino a lungo dimenticato, trascurato forse per scarsa conoscenza di ciò che ci sta dietro: la miglior espressione della Nosiola, un vitigno unico per la Valle dei Laghi, è stato nominato miglior vino dolce dell’anno 2020 dalla rivista Gambero Rosso. Si tratta del Vino Santo DOC 2003 della Cantina Toblino. “Questo vino, è sopravvissuto negli anni nonostante nei decenni passati la Nosiola si è coltivata sempre meno, preferendo le varietà ideali per i Metodo Classico di Trento” sottolinea Carlo De Biasi, direttore generale della Toblino. “La nostra cantina non ha mai smesso di scommettere sul vitigno autoctono trentino”. Infatti, la Nosiola è l’unico vitigno autoctono a bacca bianca del Trentino, usato per produrre vini bianchi secchi ed il ricercato “Passito dei Passiti”, ovvero il Vino Santo Trentino Doc.

Se sulla tavola delle sono previsti il foie gras, formaggi erborinati o dolci al cucchiaio e pasticceria cremosa, per il curatore della guida Vini d'Italia del Gambero Rosso, ''la scelta ideale si sposta sui Vin Santo toscano, una eccellenza da non perdere, come la Vernaccia di Oristano e il Muffato di Orvieto, oltre tutti i passiti. Il vermouth bianco di Torino col pandoro ci sta, diciamo che è una simpatica provocazione e un'occasione di assaggio in virtù della valorizzazione dello storico disciplinare di produzione.

A fine pasto, tra una chiacchiera, un croccante, torroni, frutta secca e un sigaro, benvengano i passiti e i tanti amari dei diversi territori italiani. Il cioccolato è abbinabile, va sfatato il tabù, e sposa bene il vermouth rosso''.

(ANSA)