Minori sempre meno protetti: l’infanzia “abbandonata” dalle istituzioni

Le notizie di cronaca degli ultimi giorni delineano un quadro allarmante: i minori in Italia sono sempre meno protetti, vittime di violenze che non trovano una risposta adeguata da parte delle istituzioni. I casi che hanno sconvolto la Calabria – il rapimento della piccola Sofia Cavoto a Cosenza, l'aggressione a Gabriele preso a morsi a Palmi e il bimbo di tre anni di Paola ricoverato in terapia intensiva per gravi maltrattamenti – sono solo la punta di un iceberg di un sistema che non funziona.

Il rapimento di Sofia: quando la sicurezza è inesistente

La vicenda di Sofia Cavoto, la bambina appena nata sottratta dalla clinica del Sacro Cuore a Cosenza da Rosa Vespa, e ritrovata solo grazie a un’operazione delle forze dell’ordine, dimostra come la tutela dei minori sia spesso affidata più alla buona sorte che a un sistema efficace di sicurezza. 

Sofia è stata rapita in un contesto frequentato da adulti, da medici, infermieri e improbabili guardie che avrebbero dovuto vigilare sulla sua vita appena sbocciata. La storia ha avuto un lieto fine, con il ritrovamento della piccola dopo 3 ore dalla scomparsa, ma è possibile che in un Paese civile si debba arrivare al rapimento per riconoscere che i minori debbano essere messi al sicuro prima che sia troppo tardi?

Palmi: Gabriele preso a morsi e il silenzio assordante

A Palmi, invece, il piccolo Gabriele è stato preso a morsi da un altro bambino mentre si trovava all'asilo. Oltre 60 morsi in 15 minuti di delirio, nel luogo in cui era stato affidato da mamma Laura la quale, come tutte le madri, pensava di lasciare il figlio in un posto sicuro e sorvegliato. Così, però, non è stato. Un atto di una brutalità sconcertante, quello subìto da Gabriele, che avrà cicatrici a vita. Dove sono le istituzioni che dovrebbero garantire un ambiente sicuro a questo bambino? Perché si arriva sempre a intervenire - o a non farlo, dato che il caso  stato derubricato - quando il danno è già fatto?

Gabriele preso a morsi
Gabriele preso a morsi

Un bambino di tre anni in terapia intensiva per maltrattamenti

Ancora più scioccante è il caso del piccolo di tre anni di Paola, ricoverato in terapia intensiva a Cosenza con un edema ai testicoli e lesioni su tutto il corpo. Non si tratta di un episodio isolato, ma del risultato di un contesto difficile che ha visto il bimbo e il fratellino vittime inconsapevoli di una violenza che, ancora, non è stata chiarita. Ciò che risulta più sconcertante è come l'episodio - o gli episodi? - sia passato inosservato o, peggio, ignorato da chi avrebbe dovuto proteggere il bambino. Il solo pensiero che un bambino possa subire una tale sofferenza senza che nessuno intervenga prima lascia sgomenti. I servizi sociali di Paola, per stessa ammissione del comune, non ne sapeva nulla.

Un sistema che tutela i colpevoli e non le vittime

La domanda è inevitabile: cosa si sta facendo per proteggere i minori da violenze, abusi e situazioni familiari pericolose? Ogni volta si assiste alla stessa sceneggiata: indignazione pubblica, qualche dichiarazione di facciata da parte delle istituzioni e delle parti coinvolte, ma nessun reale cambiamento.

Nel frattempo, i carnefici trovano sempre una scappatoia: genitori violenti che ottengono ancora la custodia dei figli, adulti irresponsabili che non subiscono conseguenze adeguate - anche dopo un rapimento di minore - e, soprattutto, un sistema giudiziario che spesso minimizza i casi in questione. Siamo noi, allora, da cittadini e da informatori a dover raccontare queste terribili storie per far conoscere, sensibilizzare e, si spera, prevenire. Per Gabriele martoriato dai morsi, per Sofia appena nata e per il piccolo finito in terapia intensiva.