"Volevo bonificare la sanità in Calabria e me lo hanno impedito", questa la sintesi del discorso del Presidente della Regione, ospite ieri sera a Presa Diretta su Rai Tre.



I tagli alla Sanità, il blocco del turnover e le fauci voraci delle organizzazioni criminali hanno svuotato le casse della sanità e le corsie di medici e infermieri un po’ dappertutto.
In Calabria la situazione si è ulteriormente aggravata per effetto di dieci anni di commissariamento. Oggi, però, non sono solo il Sud e la Calabria a soffrire.
Il governatore Zaia, in Veneto, per garantire i servizi essenziali di assistenza , pronto soccorsi e ospedali, ha dovuto addirittura richiamare in servizio il personale sanitario in pensione. Oliverio ha denunciato a più riprese lo stato pietoso in cui versava e versa il sistema sanitario calabrese sin dal suo insediamento. Lo ha fatto ieri con il governo Renzi, lo ha ripetuto poi con il governo Conte e continua a ripeterlo, nel silenzio generale dei partiti, anche al governo attuale.
Ha chiesto a più riprese la fine del commissariamento, ma non è stato ascoltato. Ha denunciato in largo anticipo in commissione parlamentare e dovunque i danni che avrebbe provocato il "Decreto Calabria" voluto dalla Ministra Grillo, ma non è stato ascoltato.
Ora ha chiesto al nuovo Ministro della Salute, Roberto Speranza, un incontro urgente per affrontare una situazione che è diventata disastrosa. Da qui a dicembre 1000 precari della sanità, tra medici e infermieri, verranno licenziati in Calabria.
Per questo il Presidente della Regione ha sollecitato nei giorni scorsi una riunione straordinaria del Consiglio regionale.
E c'è di più: a pochi mesi dalle elezioni è ancora una volta pronto e disponibile ad assumersi ogni tipo di responsabilità per riorganizzare un sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti e per dare risposte concrete e tempestive alla richiesta pressante di salute che viene dai calabresi.