Minacciata di morte dall'ex su TikTok, ai domiciliari l'ex di Elisa Aiello
Nuovi risvolti sembrano arrivare nel caso di Elisa Aiello, la 26enne - originaria di Cosenza ma residente a Roma - che da oltre un anno vive sotto minaccia del suo ex fidanzato, ora agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. La misura arriva dopo mesi di denunce e un’escalation di violenze fisiche e psicologiche che avevano gettato la giovane e la sua famiglia in un incubo senza fine.
Le accuse: una spirale di violenza e minacce
La vicenda di Elisa inizia nel febbraio 2023, quando il suo ex fidanzato avrebbe iniziato a perseguitarla con maltrattamenti e minacce, sfociate in vere e proprie intimidazioni di morte tramite dei video sulla piattaforma TikTok. Nonostante le numerose denunce presentate ai carabinieri di Latina, il caso è rimasto per lungo tempo senza sviluppi, lasciando Elisa esposta al rischio di ulteriori violenze. A peggiorare la situazione, l’uomo avrebbe continuato a pedinarla, minacciando anche la madre della ragazza e vantandosi pubblicamente del possesso di un’arma da fuoco. Nonostante l’introduzione del Codice Rosso, concepito per accelerare le misure di protezione per le vittime di violenza, Elisa è stata costretta a cambiare domicilio e rivolgersi a un centro antiviolenza, rimanendo però priva di un’adeguata protezione istituzionale.
La denuncia sui social e l’intervento politico
Stremata dalla paura e dall’inerzia istituzionale, Elisa ha scelto di rendere pubblico il suo dramma attraverso i social media, pubblicando oltre 130 video in cui il suo ex la minaccia apertamente di morte. In un post drammatico, ha scritto: "Ho sporto più volte denuncia ai carabinieri e nonostante i vari codici rosso, le istituzioni sono sparite lasciandomi nel terrore che possa raggiungermi e uccidermi". La sua denuncia ha generato una forte eco mediatica, attirando l’attenzione del mondo politico e delle istituzioni. Deputati e senatori di diverse forze politiche, tra cui il Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra, hanno presentato un’interrogazione urgente al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per sollecitare azioni concrete. Marco Furfaro, capogruppo PD in Commissione Affari Sociali, ha dichiarato: "Non lasceremo sole Elisa e tutte le donne che stanno combattendo la stessa battaglia". Tra i firmatari figurano anche parlamentari come Laura Boldrini, Nico Stumpo e Stefania Ascari.
La Commissione sul femminicidio si attiva
Anche la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio si è immediatamente mobilitata per acquisire informazioni sul caso di Elisa Aiello. La presidente della Commissione, Martina Semenzato, ha sottolineato la necessità di verificare i fatti con rigore e di evitare strumentalizzazioni politiche, pur ribadendo l’impegno della Commissione nel tutelare le donne vittime di violenza. “La Commissione lavora nell’esclusivo interesse delle vittime, affinché vicende così drammatiche siano accertate, difese e rispettate”, ha dichiarato Semenzato.
Una misura tardiva ma necessaria
Dopo mesi, un nuovo risvolto nella vicenda. Elisa pubblica sui propri profili social un post ‘Il mio ex è agli arresti domiciliari con il braccialetto. Agli atti'. L’arresto dell’uomo con l’applicazione del braccialetto potrebbe rappresentare un primo passo per proteggere Elisa, ma solleva interrogativi sulla gestione del caso da parte delle istituzioni. L’uomo, che aveva continuato a perseguitarla nonostante fosse già sotto inchiesta, ha potuto agire indisturbato fino a pochi giorni fa. L’inerzia delle autorità nel garantire una protezione tempestiva alla giovane ha alimentato critiche e sollecitato una riflessione sull’efficacia del sistema di tutela previsto dal Codice Rosso.
Un appello per la sicurezza delle donne
Il caso di Elisa Aiello mette in luce le falle del sistema di protezione per le vittime di violenza di genere. La decisione di applicare il braccialetto elettronico arriva solo dopo che Elisa ha denunciato l’ennesima minaccia di morte, questa volta alla Polizia di Roma, e dopo che il suo appello pubblico ha attirato l’attenzione nazionale. La comunità, le associazioni antiviolenza e le figure politiche chiedono ora che Elisa venga seguita con misure di sicurezza adeguate e che il caso rappresenti un monito per evitare che altre donne vivano lo stesso incubo. Come ha sottolineato Furfaro: "Elisa ha 26 anni e la vogliamo viva. Dobbiamo muoverci e in fretta."
La speranza è che questa vicenda sia un punto di svolta, affinché le denunce delle donne vengano ascoltate e le loro vite protette prima che sia troppo tardi.