Tra il 26 e il 27 Marzo 2022 inizia il countdown per il passaggio all’ora legale. Tanto odiata dai dormiglioni, che dovranno svegliarsi un’ora prima, ma guadagneranno un’ora in più di luce nel pomeriggio.

E’ giusto ricordare questo “rituale” che si ripete da decenni perché, molto probabilmente, potrebbe essere l’ultimo anno che dovremo spostare le lancette.

Perché?

In realtà è da alcuni anni che la Commissione Europea discute sull’abolizione del cambio orario: nell’estate del 2018 era stata avanzata la proposta di abolire il cambio orario – che avviene due volte l’anno – tramite un referendum. Ad esso avevano risposto un numero esiguo di cittadini europei – all’incirca 5 milioni – e la maggior parte risultavano essere favorevoli – l’84% - a metter fine al cambio orario.

A seguito di ciò, probabilmente anche per la poca reattività della popolazione, l’UE ha deciso di affidare la decisione singolarmente agli Stati e di gestire la cosa in maniera indipendente. Il problema è che questo potrebbe portare una grossa spaccatura all’interno dell’Unione Europea, poiché andrebbe a modificare il fuso orario attualmente in vigore.

Allora perché l’UE vorrebbe abolirla?

Secondo il gestore della rete elettrica italiana TERNA, si stimerebbe un risparmio di 190 milioni di euro grazie all'ora legale. Il motivo è un minor consumo di energia elettrica, pari a circa 420 milioni di kilowattora. L’ora legale farebbe consumare meno anche dal punto di vista ambientale: 320 mila tonnellate in meno di anidride carbonica emessa in atmosfera.

Negli ultimi 17 anni, secondo questa analisi, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale ha comportato un risparmio per i cittadini di oltre 1,8 miliardi di euro.

Insomma, sembrerebbe che spostare le lancette due volte l’anno non abbia, di per sé, riscontri positivi da nessun punto di vista. Probabilmente, l’unica vera mancanza, sarà nelle menti dei più romantici che amano quella piacevole sensazione di ammirare il crepuscolo alle 19 del pomeriggio.