Nessuna corruzione ed un rapporto che non era assolutamente finalizzato alla corruzione.

Si é espressa in questi termini, nel corso dell'interrogatorio

di garanzia, l'avvocatessa Maria Tassone, agli arresti

domiciliari da mercoledì scorso nell'ambito dell'inchiesta della

Procura di Salerno in cui é coinvolto il presidente di sezione

della Corte d'appello di Catanzaro Marco Petrini.

  L'interrogatorio si é svolto davanti al gip di Catanzaro

Matteo Ferrante, delegato dal giudice di Salerno.

  Maria Tassone, accusata di corruzione in atti giudiziari, ha

chiarito ogni punto della vicenda che la riguarda, compreso la

presunta relazione con il giudice Petrini. Quest'ultimo, che,

secondo l'accusa, sarebbe stato "l'amante stabile" di Maria

Tassone, avrebbe omesso di astenersi, come previsto dalla legge,

nei processi penali nei quali l'avvocatessa figurava come

difensore. Non solo: il giudice l'avrebbe, più volte, appoggiata

e favorita come nel processo d'appello 'Ragno', nell'ambito del

quale Petrini ha rigettato la richiesta di utilizzare i verbali

del collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso o nell'occasione

in cui avrebbe promesso aiuto alla penalista per la difesa di

Giuseppe Gualtieri, imputato di un duplice omicidio.

  Su ogni contestazione Maria Tassone, difesa dagli avvocati

Valerio Murgano ed Antonio Curatola, ha fornito la sua versione

dei fatti.