Scontro sulla Centrale del Mercure: il sindaco di Mormanno attacca Occhiuto
La chiusura della Centrale del Mercure mette a rischio oltre 1.500 posti di lavoro tra dipendenti diretti e lavoratori della filiera del legno
La questione della Centrale del Mercure si infiamma sempre di più. Il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha sostenuto la norma proposta dal consigliere regionale Ferdinando Laghi, che prevede la chiusura dell’impianto situato all’interno del Parco Nazionale del Pollino. La decisione, tuttavia, ha suscitato forti proteste, in particolare da parte del sindaco di Mormanno, Paolo Pappaterra, che ha attaccato duramente il governatore calabrese con un post al vetriolo.
La centrale a biomassa, che produce 32 megawatt, impiega 22 dipendenti diretti, 68 lavoratori interni e sostiene una filiera del legno che coinvolge circa 1500 persone. La chiusura dell’impianto avrebbe quindi pesanti ripercussioni occupazionali e sociali. Lo scorso 21 gennaio, circa 700 lavoratori, insieme a sindaci e sindacati, hanno manifestato per chiedere un incontro con Occhiuto, ma senza successo.
L’argomentazione del Presidente della Regione è che una centrale non possa trovarsi all’interno di un parco naturale, ma il provvedimento è stato impugnato dal Governo, che ha evidenziato come la Regione non abbia competenza legislativa su questa materia, riservata esclusivamente allo Stato.
Mercure: il sindaco di Mormanno attacca Occhiuto
Il duro attacco del sindaco Pappaterra
Il primo cittadino di Mormanno, Paolo Pappaterra, ha espresso la sua indignazione con una lettera diretta a Occhiuto, accusandolo di arroganza e mancanza di rispetto verso i lavoratori e le istituzioni locali.
Nel suo intervento, Pappaterra ricorda come, il 21 gennaio scorso, lui e altri 22 sindaci, insieme ai manifestanti, abbiano cercato un confronto in Cittadella a Catanzaro con il governatore, inviando due PEC rimaste senza risposta. Secondo il sindaco, Occhiuto avrebbe ignorato i dati forniti da ARPACAL e dall’Osservatorio Ambientale, che certificano la bassa incidenza dell’impianto sulla qualità dell’aria nella Valle del Mercure.
Oltre a sottolineare il danno economico e sociale derivante dalla chiusura, Pappaterra ha accusato il governatore di assumere posizioni contraddittorie sulle tematiche ambientali, citando il suo atteggiamento sulla questione del rigassificatore di Gioia Tauro.
L’impugnazione della norma da parte del Governo è stata definita dal sindaco “uno schiaffo” alla Regione Calabria, a dimostrazione della fondatezza delle preoccupazioni espresse dai lavoratori e dalle amministrazioni locali.
Le richieste al Presidente della Regione
Pappaterra non si è limitato alla critica, ma ha avanzato tre richieste precise:
- Scuse pubbliche da parte di Occhiuto ai lavoratori, ai sindaci e ai cittadini calabresi per il mancato confronto.
- Convocazione di un Consiglio Regionale straordinario per cancellare immediatamente la norma contestata.
- Un impegno concreto per tutelare l’occupazione e rispettare le normative costituzionali.
Il sindaco conclude il suo intervento ricordando a Occhiuto che “la legge è uguale per tutti, anche per lei”, sottolineando l’importanza di rispettare le regole e il ruolo istituzionale che ricopre.
Una battaglia ancora aperta
La questione della Centrale del Mercure resta aperta e il confronto tra Regione, Governo e amministrazioni locali si fa sempre più acceso. Mentre i lavoratori e le loro famiglie attendono risposte concrete, resta da vedere quali saranno le prossime mosse del Presidente Occhiuto e del Consiglio Regionale.