E' morto la mattina del Lunedì dell'Angelo, il 21 aprile alle 7.35, Papa Francesco. La notizia è stata data dal cardinale Farrel.Da giorni il santo padre stava male ed era stato ricoverato al policlinico Gemelli. Stamattina il decesso dovuto ad un ictus. Proprio ieri Bergoglio, deceduto a 88 anni, aveva fatto un giro fra i fedeli in piazza San Pietro con la papa mobile per salutarli. Papa Francesco è stato il primo pontefice gesuita, il primo a scegliere il nome del santo di Assisi e, soprattutto, è stato molto vicino alla gente. Basti pensare alle tante iniziative solidali compiute a Roma e in altre parti d'Italia. Storica fu la Via Crucis in solitaria compiuta dal Papa nel 2020 a causa del lockdown.

Sabato 26 aprile alle 10 i funerali di Papa Francesco

Sabato 26 aprile 2025, alle ore 10, primo giorno dei novendiali, sul sagrato della basilica di San Pietro sarà celebrata la santa messa esequiale del romano pontefice Francesco, secondo quanto previsto nell'ordo exsequiarum romani pontificis: lo comunica la Santa sede in una nota. Da domani la bara di Papa Francesco sarà esposta nella basilica di San Pietro.

Il Vaticano diffonde la foto della salma del Papa 

La sala stampa vaticana ha diffuso sui propri social la prima foto del feretro del Papa all'interno della cappella di Casa Santa Marta. Accanto a lui le guardie svizzere e il cardinale Pietro Parolin. Intanto stanno giungendo a Roma, da tutte le parti del mondo, i cardinali che dovranno decidere la data del funerale di Bergoglio e, successivamente, il suo successore. 

La causa della morte

Papa Francesco è morto per un ictus che lo ha fatto sprofondare in un coma irreversibile, per poi spegnersi per un collasso cardiocircolatorio. Lo si legge nel certificato di morte firmato dal direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, professore Andrea Arcangeli, che è stato diffuso dalla sala stampa vaticana.

Funerali di Papa Francesco fra venerdì e domenica. Conclave fra 5 e 10 maggio

I funerali di Papa Francesco si celebreranno fra venerdì e domenica. Sarà sempre il collegio cardinalizio a decidere la data delle esequie, che secondo norme devono cadere tra il quarto e il sesto giorno dopo la data del decesso. Questa sera i sigilli a Santa Marta.

Inizierà, invece, tra il 5 e il 10 maggio il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco. Secondo l'Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Pontefice, il Conclave si svolge tra il 15esimo e il 20esimo giorno dalla morte del Papa, quindi tra il 5 e il 10 maggio.

Il testo integrale del testamento di Papa Francesco

Questo il testamento integrale di Papa Francesco diffuso dalla sala stampa della Santa Sede: “Miserando atque Eligendo. Nel Nome della Santissima Trinità. Amen. Sentendo che si avvicina il tramonto della mia vita terrena e con viva speranza nella Vita Eterna, desidero esprimere la mia volontà testamentaria solamente per quanto riguarda il luogo della mia sepoltura. La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima. Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all'inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura”. 

“Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale come indicato nell'accluso allegato. Il sepolcro - si legge ancora - deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l'unica iscrizione: Franciscus. Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Mons. Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano”.

Divenne Papa a marzo del 2013

Era il 13 marzo 2013 quando il mondo sentì per la prima volta pronunciare le parole: “Fratelli e sorelle, buonasera”. Quel saluto, semplice e disarmante, annunciava l’elezione di Jorge Mario Bergoglio, l’arcivescovo di Buenos Aires, come 266° Papa della Chiesa Cattolica. Nasceva così Papa Francesco, il primo Pontefice gesuita, sudamericano e non europeo dopo oltre 1200 anni.

Il suo pontificato è stato segnato da uno stile sobrio, diretto, a tratti rivoluzionario. Ha scelto il nome Francesco in onore del poverello di Assisi, segno immediato della direzione che avrebbe preso: una Chiesa più vicina agli ultimi, più sobria, più umana.

Le origini: il ragazzo di Buenos Aires
 

Nato il 17 dicembre 1936 in una famiglia di origini piemontesi emigrata in Argentina, Bergoglio è cresciuto nel quartiere di Flores, a Buenos Aires. Prima di abbracciare la vocazione religiosa, ha studiato per diventare tecnico chimico. Entrato nel seminario dei gesuiti nel 1958, fu ordinato sacerdote nel 1969.

Negli anni successivi ha ricoperto ruoli di primo piano nella Compagnia di Gesù, diventando anche Provinciale dei Gesuiti in Argentina, dove si è distinto per rigore, spirito di servizio e attenzione ai poveri.

Da cardinale silenzioso a Papa coraggioso


Nominato arcivescovo di Buenos Aires nel 1998 e cardinale da Giovanni Paolo II nel 2001, si è sempre distinto per uno stile di vita umile: niente auto blu, niente palazzi sontuosi, ma autobus e piccole abitazioni.

Quando fu eletto Papa nel 2013, sorprese tutti con la sua scelta del nome “Francesco”, simbolo di un pontificato all’insegna della giustizia sociale, della pace, della difesa dell’ambiente (Laudato Si’) e della fraternità universale (Fratelli Tutti).

Le battaglie e le aperture


Durante i suoi anni da Papa, Francesco ha affrontato temi scottanti: la lotta alla pedofilia nella Chiesa, le riforme interne alla Curia, l’inclusione dei divorziati risposati, un’apertura nuova nei confronti delle persone LGBTQ+, e una costante attenzione verso migranti, poveri e dimenticati.

Non sono mancate le critiche, soprattutto dai settori più conservatori della Chiesa. Ma lui ha sempre risposto con la forza della sua fede e con l’umiltà di un pastore.

Un Papa tra la gente
Francesco ha voluto una Chiesa “in uscita”, lontana dai palazzi e vicina alle periferie. Ha viaggiato instancabilmente: dalla Colombia al Congo, dal Myanmar al Giappone, portando con sé un messaggio di speranza e dialogo.

Anche nei momenti più duri, come la pandemia da Covid-19, ha saputo parlare al mondo con parole di conforto e coraggio. Celebre la sua immagine, solo sotto la pioggia in Piazza San Pietro deserta, a pregare per l’umanità.

L’eredità di Francesco


Oggi, mentre il mondo prega per lui o ne ricorda la figura, l’eredità di Papa Francesco resta viva e profonda: ha cambiato il volto della Chiesa con gesti semplici ma potentissimi.

Che lo si condivida o meno, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia. Un Papa che non ha voluto fare il principe, ma il servo. Non il giudice, ma il fratello.

Francesco, il Papa venuto dalla fine del mondo, che ha fatto sentire la Chiesa più vicina a ogni angolo del pianeta.