MIMMO LUCANO STA ANDANDO A TROVARE IL PADRE
Sto per andare a trovare mio padre in ospedale. Lui aspetta sempre una qualche notizia, è come si volesse liberare… nell’ultimo anno ha voluto puntualmente sapere ogni cosa di me, della mia vicenda”. Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace, che non può tornare nel suo paese per via del divieto di dimora disposto dal giudice a seguito dell’inchiesta in cui è coinvolto, si sta recando a Catanzaro dove in ospedale è ricoverato l’anziano padre di 93 anni. “Quando tornerà a Riace? Non ci voglio nemmeno pensare”, dice Lucano all’Adnkronos.
“Non chiedo nulla, voglio solo giustizia“, afferma Lucano che, nonostante apprezzi “emozionato” l’ampia solidarietà che lo sta circondando in questi giorni (in primis, il Comitato 11 giugno che per lui ha lanciato una petizione), non cerca “pietà” che influenzi il giudizio. “Vorrei solo che la revoca del provvedimento di divieto di dimora a Riace sia il risultato di una attenta valutazione che mi riconosce giustizia”, spiega l’ex sindaco.
L’ex sindaco anche ieri ha ricevuto tanta solidarietà dal pubblico dello Sponz Fest a Calitri nell’avellinese, dove è salito sul palco, accanto a Vinicio Capossela. Solidarietà e “una risposta positiva a cattiveria, odio, discriminazione, disuguaglianza – ne abbiamo viste nell’ultimo anno in Italia! – testimonianza del fatto che una soluzione umana è possibile per una convivenza pacifica”, sostiene Lucano. Che parlando di migranti evidenzia che “non si può rimanere insensibili di fronte alla sofferenza di chi scappa da guerre, persecuzioni, miseria, povertà. Persone soccorse in mezzo al mare, che per giorni e giorni restano a bordo nave sotto sequestro. Come si fa ad essere così incuranti? Significa non avere cuore. Mi auguro che non restino impuniti questi crimini contro l’umanità”. Lucano cita quindi il teologo peruviano, padre Gustavo Gutierrez: “‘la vita è un no o un sì a Dio’, e se si dice ‘sì’ a Dio, si dice ‘sì’ agli esseri umani, alla loro accoglienza”. Secondo Lucano, inoltre, l’esibizione di simboli religiosi e la politica dei ‘porti chiusi’ di Matteo Salvini “sono in evidente contraddizione tra loro”. “C’è una fortissima incompatibilità con il messaggio evangelico che recita ‘ama il prossimo tuo come te stesso'”, aggiunge.
“A Riace – ricorda infine l’ex sindaco – ho cercato di governare una piccola comunità dove eravamo tutti cittadini allo stesso livello. Cittadini di un piccolo paese del sud Italia con tante problematiche: poveri ma con le porte e gli orizzonti sempre aperti. Accogliere non è stata solo un’occasione per gli stranieri giunti sulla nostra terra ma anche un’opportunità per le perone del luogo”. (Adnkronos)