Mentre continua la processione a Casalpalocco per portare un fiore nel luogo dove Manuel ha perso la vita, dopo che una Lamborghini con alcuni youtuber a bordo ha travolto la Smart guidata dalla mamma del bambino, i magistrati sono in attesa dei risultati dell'autopsia sul corpo del piccolo che aveva solo cinque anni.




Il pm titolare dell'indagine, che vede iscritto nel registro degli indagati per i reati di omicidio stradale e lesioni Matteo Di Pietro, il ventenne che era alla guida del Suv Lamborghini, ha affidato l'esame autoptico al policlinico di Tor Vergata.

 

Solo dopo, e quindi all'inizio della settimana prossima, verrà dato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia per procedere con l'esequie.

Sui social e per le strade del quartiere romano a due passi dal mare l'indignazione è tanta: "Qui li conoscono tutti quei ragazzi - dice una signora, madre di un ragazzino di 10 anni - e proprio la sera prima della tragedia li avevo visti passare a bordo della Lamborghini e mi ero chiesta come fosse possibile che ragazzi così giovani potessero guidare una macchina che va così veloce".

 

Ma Gabriele Morabito, amministratore unico di Skylimit, l'autonoleggio che ha affittato la Lamborghini a Matteo Di Pietro, spiega che "la macchina, in presenza di una patente che ha più di un anno, poteva essere data.

 

Questo, ovviamente, non ci esime dal prendere le distanze e dal condannare ogni comportamento irresponsabile al vaglio delle autorità.

 

Ma non siamo in alcun modo corresponsabili o, peggio ancora, complici di ciò che è accaduto poiché il compito della nostra società è offrire servizi, il ruolo di educatori spetta ai genitori.

 

Sicuramente, come è giusto che sia, il nostro problema - prosegue Morabito su Fb - passa in secondo piano, ma continuare a ricevere minacce di morte nei confronti nostri e dei nostri figli, crediamo sia qualcosa di intollerabile".

 

L'avvocato Domenico Musicco, presidente di Avisl Onlus- Associazione vittime degli incidenti stradali, sul Llavoro e malasanità tra i promotori della legge sull'omicidio stradale ricorda che "la persona che era alla guida, lo youtuber ventenne Matteo Di Pietro, è indagato per omicidio stradale, ma è ancora a piede libero. Non si capisce quale siano le ragioni per le quali non siano stati presi provvedimenti restrittivi.

 

Stiamo parlando di una persona che, per girare dei video social, viaggiava a velocità estremamente sostenuta e pure positiva ai cannabinoidi, la quale ha provocato un incidente in cui è morto un bimbo di 5 anni. Un fatto di una gravità inaudita".

 

Secondo l'avvocato, "esistono tutti i presupposti previsti dalla legge sull'omicidio stradale perchè per il giovane vengano disposti quantomeno gli arresti domiciliari, anche per il pericolo di reiterazione del reato. Invece, con mio stupore, non è successo assolutamente niente.

 

E capita addirittura di leggere sui giornali che per qualcuno ciò che è successo sia stato solo il frutto di una bravata.

 

Ciò che sta accadendo è un pessimo segnale - conclude - sia per la giustizia sia per la famiglia della vittima".

 

Intanto sui social gira anche il video di Matteo Di Pietro che regala al padre il noleggio di una Ferrari per un giorno: nelle immagini il padre è molto riconoscente al figlio ed entrambi salgono sulla macchina: a guidare è il padre, ma nessuno dei due indossa la cintura di sicurezza.

 

La Procura di Roma ha affidato una consulenza sui telefonini dei cinque ventenni che erano a bordo del bolide blu.

 

L'obiettivo degli inquirenti è in primo luogo quello di verificare se sul cellulare di Mattia Di Pietro ci siano video girati nella fase precedente, durante o anche successiva all'impatto.