L’incubo nei castagneti sembra volgere verso la fine. Negli anni scorsi l’insetto Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, il cosiddetto cinipide del castagno, ha letteralmente invaso i boschi di castagneto della Calabria, causando criticità generalizzata ed una grande preoccupazione degli agricoltori.



Il miglioramento dei castagneti è evidente, quest’anno apparsi rinvigoriti e con una buona fioritura, specialmente nel cosentino, dove finalmente se ne coglie il frutto del lavoro collettivo fra Arsac, amministrazioni locali ed associazioni del posto. L’iniziativa, adottata 5 anni fa, ha visto diversi lanci dell’insetto antagonista al cinipide (Torymus sinensisKamijo) in molti comuni della Catena Costiera, della presila cosentina ed anche del Reventino, zone dove oggi si notano i vantaggiosi cambiamenti.


Scatto dal comune di San Pietro in Guarano (presila cosentina) che evidenzia una buona fioritura rispetto all’anno precedente. Foto a cura di Matteo Bruno, proprietario di un’azienda agricola e partecipante attivo dell’iniziativa.




Da queste due foto è visibile il miglioramento sulla stessa pianta: in alto la fioritura attuale, in basso la situazione catturata lo scorso anno nel periodo corrente. Foto di Giovanni Pugliese, agronomo.

In sintesi, come è avvenuta la lotta al cinipide del castagno?  La lotta biologica al cinipide del castagno è stata attuata mediante siti di rilascio in pieno campo diTorymus sinensis Kamijo ottenuti da aree di moltiplicazione.
Il Torymus sinensis Kamijo è un imenottero, parassitoide larvale del cinipide del castagno (D. kuriphilus). Compie una sola generazione all’anno (come il cinipide) e la popolazione è costituita sia da maschi che da femmine. L’adulto sfarfalla in primavera dalle galle secche presenti sul castagno. E’ un insetto di circa 2,5mm di lunghezza, ha il corpo di un colore verde metallico e zampe giallastre. La femmina si distingue chiaramente dal maschio per la presenza dell’ovopositore. Il T. sinensis inizia a sfarfallare dalle galle invernali tra fine marzo e prima settimana di maggio (a seconda dell’andamento climatico), si nutre di sostanze zuccherine e ha una vita media di circa 25-30 giorni, nei quali si dovrà accoppiare per poter dare vita alla generazione successiva.
Le femmine accoppiate potranno così deporre fino a 70 uova all’interno delle galle appena formate. Le femmine devono necessariamente accoppiarsi, in caso contrario, esse andranno comunque ad ovideporre nelle galle ma gli individui che sfarfalleranno l’anno successivo saranno solamente maschi. Ciò ha portato alla morte della popolazione di T. sinensis ed al fallimento dell’introduzione del parassitoide.
Le uova sono deposte sul corpo del cinipide o comunque all’interno della cella larvale, in questo modo la larva ectoparassita del T. sinensis si nutre della larva del Cinipide. Il parassitoide si impupa durante l’inverno all’interno della cella larvale (nella galla ormai diventata secca) per diventare adulto in primavera e sfarfallare ricominciando il suo ciclo biologico.
Le ricerche fino ad oggi condotte dimostrano che T. sinensis è un parassitoide specifico del cinipide del castagno, vale a dire che il D. kuriphilus è il suo unico ospite ed è stato ottenuto solo da galle di castagno.

Fonte informazioni: www.agraria.org 

Salvatore Intrieri