La sezione distrettuale di Reggio Calabria dell'Associazione nazionale magistrati,

presieduta dal giudice Antonino Laganà, ha approvato un

documento in occasione delle iniziative aperte alla cittadinanza

che precedono l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Prendendo

spunto dalla trama del film "Aspromonte, la terra degli ultimi",

i giudici reggini evidenziano, tra l'altro, le cause e i ritardi

della giustizia nel Distretto di Corte d'Appello di Reggio

Calabria ed invocano "un incremento di organico".

  "Anche noi - scrivono i magistrati dell'Anm - vogliamo

costruire una strada come i protagonisti di quel film, che non

porti via i nostri figli dalla nostra terra, costretti altrove a

cercare la realizzazione delle proprie aspettative umane. La

strada che intendiamo edificare, noi magistrati di questo

Distretto, è l'affermazione, in senso pieno e compiuto, della

Giustizia nella nostra terra, che, poi, altro non è che

l'affermazione ed il rispetto dei valori della legalità, della

legge e della promozione della persona umana, aspirando a

garantire a ciascun cittadino, ed ai nostri figli, di sentirsi

liberi di rispondere solo allo Stato e non, certamente, ad ogni

forma di sopruso e di illegalità, nella specie, di quella più

opprimente e soffocante, della criminalità organizzata. Della

'ndrangheta, per intenderci. Abbiamo soprattutto, e sopra ogni

cosa, davvero bisogno di 'più magistrati', perché, credeteci,

mai, come ora, temiamo di non farcela. Temiamo, davvero, di non

essere più in grado, pur allo spasimo delle nostre forze e del

nostro impegno umano e professionale, di rendere giustizia, a

fronte della mole e della gravità del peso della giurisdizione

del nostro Distretto, perché siamo pochi. Siamo troppo pochi

rispetto all'immane carico di maxi-processi da sostenere,

rispetto ad una criminalità organizzata pervasiva e diffusa,

rispetto al numero di detenuti, in stato cautelare, che

meritano, certamente, processi celeri e di estrema attenzione e

servizio. Troppo pochi nei settori della Giustizia civile, del

lavoro, del minorile, della sorveglianza, dove, sovente, nostri

colleghi magistrati sono costretti 'a tappare buchi' d'urgenza

in altri settori della giurisdizione, a causa della cronica e

non più sopportabile carenza d'organico del nostro Distretto".