Un italiano su quattro diffida dalle informazioni fornite dai media sulla guerra: è quanto emerge da un’indagine dell’Istituto Demopolis, da quale si evince un certo “scetticismo” da parte degli spettatori televisivi, che considerano le notizie riportate in merito al conflitto in Ucraina come “distorte e pilotate”.

Secondo gli stessi dati, quasi sette persone su dieci si considerano abbastanza informate sugli avvenimenti e l’evoluzione del conflitto. Nella maggioranza dei casi, viene giudicata veritiera la rappresentazione della guerra offerta dalla televisione e dai media occidentali. Un po’ meno, la narrazione e la cronaca proposte dai giornali, che vengono comunque considerate valide da metà dei cittadini.

Una guerra in diretta, che, spesso e volentieri, è stata rappresentata in maniera quasi “romanzata”, a detta degli italiani, spesso anche dai talk show che, spesso, anziché cogliere i risvolti politici, ne enfatizzano la narrazione tragica.

Espresso anche un approccio “negazionista” e “complottista” su ciò che concerne le immagini e i video resi noti sul web e nei programmi televisivi, considerando le immagini die massacri “falsificate e costruite ad arte dal governo ucraino”. Ne è un esempio ciò che è successo a Boucha, che ha creato una vera e propria spaccatura tra chi sosteneva fosse una “messa in scena” del governo di Zelensky per delegittimare la figura di Vladimir Putin e criminalizzarne la figura.

Presente una nota di diffidenza anche all’interno del comparto politico italiano, nel quale si evidenzia un distacco dai media occidentali soprattutto nei componenti che si collocano più a destra: sembrerebbe, infatti, che fra gli elettori dei Fratelli d’Italia è al 60%, non escludendo Lega e del Movimento Cinque Stelle, con un accenno per chi vota Forza Italia.