Un momento della Fiera in onore di Sant'Angelo
Fiera di Acri

L’antica fiera che apre i festeggiamenti

Acri in festa per le solenni celebrazioni di Sant’Angelo, compatrono della ridente cittadina insieme a San Giuseppe. Come ogni anno, i festeggiamenti ricadono il 30 ottobre, data in cui il sacerdote cappuccino calabrese morì nel lontano 1739. La comunità tutta si prepara dunque ai diversi momenti che caratterizzano l’intera giornata, così importante e sentita da ogni acrese. Immancabile la tradizionale e antica fiera legata al nome del Santo Patrono che, da sempre, ha inizio con le prime luci del mattino fino a pomeriggio inoltrato: un tripudio di colori, sapori tradizionali, giochi per i bambini e divertimento per i più grandi. La passeggiata tra le bancarelle segna l’inizio della grande festa che si accompagna poi a quella liturgica. 

Sant'Angelo Patrono di Acri

La Santa Messa e il gran finale

Il santuario, infatti, dove riposa la salma del Frate Cappuccino, accoglie i tanti fedeli nel pomeriggio che accorrono per onorare il Patrono: una solenne messa, con la partecipazione dell’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano Mons. Checchinato, contrassegna uno dei momenti più alti della giornata. Ad onorare il Santo e i tanti fedeli accorsi il Complesso Bandistico della Città di Acri che, come ogni anno, allieta la festa tra le vie cittadine. Alla fine della celebrazione liturgica, sarò poi il sindaco di Acri, insieme al Primo Cittadino  di Cetraro a riaccendere la lampada votiva davanti all’urna del compatrono. 

In serata, invece, nella piazza che porta proprio il nome del Santo, la festa continua con l’intrattenimento musicale. A salire sul palco sarà il polistrumentista calabrese Davis Muccari che, con le sue hit dal sapore folkloristico, farà ballare tutti gli ospiti di Acri. 

Sant'Angelo - This is Acri

La vita di Sant’Angelo d’Acri

La vita del Santo, nato ad Acri il 19 ottobre 1669 con il nome di Lucantonio Falcone, è di umile origini: è figlio di Francesco Falcone e di Diana Enrico, una povera fornaia rimasta presto vedova. Si avvicinò più volte alla vita religiosa, grazie anche agli studi intrapresi con lo zio prete, combattuto tra la sua vocazione e lo scorrere della vita mondana. Dopo vari tentennamenti, prese i voti il 12 novembre 1691. Divenne quindi frate minore dell’Ordine dei Cappuccini a Belvedere Marittimo, nel locale convento. 

In seguito venne ordinato anche sacerdote, dopo gli studi teologici e umanistici, e nel 1694, nella cattedrale di Cosenza, divenne diacono. Il 10 aprile 1700 fu ordinato sacerdote nella cattedrale di Cassano all'Ionio. La sua opera di divulgazione della parola di Cristo fu colta ma svolta con semplicità: l’intento perseguito dal futuro Santo era, infatti, di utilizzare un linguaggio  comprensibile a tutti per arrivare a quanti più fedeli possibili. Predicò attraversando l'Italia meridionale, da Salerno a Montecassino, e in quasi tutte le città calabresi, quali Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria.