La bellezza delle cose semplici e la potenza dell'amore di un padre: tutto sui dieci brani dell'album di Brunori Sas
Dal recupero disperato di un amore che sta finendo nel 'Il Morso di Tyson' alla vita lenta di una domenica cosentina in 'Pomeriggi catastrofici'. Una full immersion nei testi dei brani del nuovo album 'L'albero delle noci' di Brunori Sas
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Ha commosso il palco dell’Ariston con parole semplici che toccano l’anima. Ha guardato negli occhi il valore delle piccole cose, degli affetti che ci circondano, che tengono insieme i nostri pezzi e ci danno un motivo in più per andare avanti. Brunori Sas è una speranza per la musica italiana, quella dei cantautori che vedono nella canzone un’ode alla vita. Le parole di ‘L’albero delle noci’ sono entrate nelle case di milioni di italiani, abbracciandoli e coinvolgendoli in un sentimento comune: l’amore per i figli. Quell’amore eterno e incondizionato che fa muovere i pianeti e, con essi, la vita stessa.
I dieci brani del nuovo album
Dal brano che ha debuttato a Sanremo, ne seguono altri nove, in uscita nel suo nuovo album dall’omonimo titolo della canzone presentata al Festival della Musica Italiana. Analizzando il testo di ognuna di queste, si nota lo stesso filo conduttore che unisce
1. Per non perdere noi
E alla fine dei conti non è la paura di morire
Ma quella di restare soli
Che ci ha fatto tremare
Che ci ha fatto dubitare che fosse amore
Persino quando tutto andava bene
E non c'era nemmeno una ragione per temere
Che non soffrire
Un amore che non si arrende alla fine, gli sgoccioli di una relazione che sta tramontando. Un sole che cala nel mare. Il primo brano dell’album ‘L’albero delle noci’ il minuto prima dal risveglio dal sogno. Quando il punto è doloroso tanto quanto la virgola, una coppia che confonde amore e abitudine ed è consapevole di essere arrivati al capolinea di un bellissimo viaggio insieme.
2. L’albero delle noci
Sono passati veloci questi anni feroci
E nel mio cuore di padre il desiderio adesso è chiuso a chiave
E tu sei stata bravissima all’esame di maturità
Ad unire i puntini fra la mia bocca e la verità
Mia madre diceva sempre: ‘Quando sarai mamma capirai’. E forse questa canzone vuole dirci proprio questo. Quanto può essere incondizionato l’amore di un genitore per un figlio. La nostalgia dei piccoli piedini che diventano strumenti per correre lontano. Un cuore che insegna l’altro ad amare, sapendo che prima o poi dovrà avere la forza di guardarlo spiccare il suo volo. ‘L’albero delle noci’ è una piccola casetta, il tempo che non torna e le radici di una terra che passa con le sue stagioni, si prende gioco dei nostri anni veloci. Un’altalena tra il bimbo che si vorrebbe essere e l’adulto che sta diventando.
3. La ghigliottina
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Quante cose si dicono a tavola
che in pubblico non diresti mai
soprattutto da quando la ghigliottina
ha la lama affilata e lo sai
Simpatica, divertente e beffarda. Un brano che inneggia alla bellezza delle cose semplici, demonizzando la superficialità che ci sovrasta. ‘Il vero lusso è la povertà’ ma non quella dei buchi nelle scarpe, ma quella delle cose piccole che, quando non le hai, ti mancano più di ogni altra cosa. Un bicchiere di vino, due calci ad un pallone, la bellezza che non ha bisogno di ostentare. Esiste, è lì. Non mette e non vuole etichette.
4. La vita com’è
Avere vent'anni o cento
Non cambia poi mica tanto
Se non riesci a vivere la vita com’è
La fine del mondo, l'hai vista in un secondo
E non riesci a vivere la vita com'è
In un’epoca in cui la giovinezza si mescola con l’anzianità. Una vita immobile, bloccata. Silenziosa, che dialoga perennemente con i nostri pensieri. Un testo emblematico, probabilmente dedicato, sembra far riferimento a qualcuno che ‘ha perso il desiderio di vivere’, forse lo sguardo spaventato nei confronti del futuro, della vita, in conflitto con il tormento dell’estremo gesto.
5. Pomeriggi catastrofici
Da Forgione compravamo le Stratos
Calzature innovative, senza lacci e con lo strap
Una sosta alla pizzeria romana
E magari poi, per cena, Sorrentino e Sasà
Il miraggio di un'edicola, una gioia oggi ridicola
Topolino, figurine e Dylan Dog
E la sera giocavamo ai soldatini
I tedeschi eran cattivi e gli americani no
I cosentini faranno un sorriso, ripercorrendo le tappe di questa canzone che disegna la classica domenica di una famiglia qualsiasi. La pasta al forno, gli uomini sul divano, le donne sempre un po' servili ad accontentare mariti e figli, nel giorno in cui nessuno lavora, tutto scorre lento. Le iconiche ‘stratos’, le calzature di tendenza negli anni 80/90 o la sosta in pausa pranzo nella storica (e forse un po' dimenticata) pizzeria Romana su Corso Mazzini. La frizzante attesa della domenica mattina, il pacchetto delle figurine da incollare su album conservati per anni, motivo di screzio tra amici, di vanto tra i cugini. Piccoli rituali dimenticati, ‘una gioia oggi ridicola’.
6. Il Morso di Tyson
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Meno male
che indietro non si può tornare
anche se sarebbe splendido
tornare a farsi male così
In un ultimo gesto disperato
Il Morso di Tyson
Quante volte abbiamo rischiato quell’ultimo gesto disperato per salvare un amore? Il morso di Tyson è una metafora che riprende uno dei momenti più controversi della storia della boxe, ossia quando nel match contro Holyfield, Mike Tyson perse la calma – poiché frustrato dalla ormai certa sconfitta - e durante una fase di clinch, sputò il paradenti e morse l’orecchio destro dell’avversario, staccandone un pezzo. La vicenda diventa così il parallelismo su cui si snoda l’amore di due persone che tentano, affannosamente, di ‘recuperare l’irrecuperabile’, sgualcendo ancor di più ciò che ne è rimasto.
7. Fin’ara luna
Vulissi a caminà fino a la luna
Ma sentu 'stu duluri chi un mi fa' respira'
Ti nni sì ghiuta senza fa' rumore
E mm'ha lassatu sulu cca, comu nu baccalà
Chi l’ha detto che il dialetto cosentino non può essere usato per una vera e propria ‘ballata d’amore’? La semplicità del dolore per il ‘cuore spezzato’ che parla a tu per tu con gli ascoltatori, come se fossero amici o confidenti. Il consiglio del prete, che tenta di consolare con le solite parole di conforto che ci dedica chi non sa cosa dirci, ma vorrebbe vederci sorridere. Una scena quotidiana tanto comune quanto struggente.
8. Più acqua che fuoco
La tensione erotica in una coppia di luna data
Tende a scemare, è una cosa normale
Per questo non comprendo tutto questo accanimento per il sesso
Come se non fare sesso fosse sintomatico di un rapporto compromesso
Brunosi è spudoratamente diretti e sincero, cantando qualcosa che, forse, tutti sappiamo, ma nessuno ha il coraggio di dire. La passione va via. Ma la passione non ha nulla a che fare con l’amore. In un gioco di metafore tanto azzeccate quanto semplici, paragona l’amore all’acqua e non al fuoco. L’amore non brucia ma cura. Il brano sembra vertere anche verso un senso sociale, ‘come se non fare rivoluzione sia una scelta’, sottolineando come ‘non vivere di eccessi’ diventi quasi una ‘scelta scomoda’ nella società odierna,
9. Luna nera
Luna, non essere triste
Sе i tuoi figli non li vedi più
È il destino di ogni madre
È il dеstino di ogni padre
Luna, non piangere, dai
Non ti ci mettere anche tu
Che la notte è già troppo buia
E non ti vedo più
Una poesia, una carezza. Luna nera è una nenia nostalgica che parla ai solitari, a chi guarda al cieco fuori dalla finestra, e pensa, ricorda qualcuno che ha nel cuore. E che non c’è più. Un brano dedicato agli ‘ultimi romantici’ poiché ‘Per strada non ti guarda quasi più nessuno, ormai cercano le stelle con la spunta blu’, un chiaro riferimento al fatto che più nessuno vive nella lentezza del presente, nella bellezza delle cose vere, vive, umane. Brunori sussurra questo pensiero, ma lo fa velatamente, mettendo in primo piano la bellezza di una luna che non viene più guardata, per quanto bella, per quanto nuda.
10. Guardia Giurata
E poi i cieli si sono aperti
La Terra s'è fatta a metà
La luna ha baciato il sole
Il vento e la pioggia hanno fatto l'amore
E in una stanza d'ospedale, come la sera di Natale
Io, tu e tua madre, per tutta la vita
Con tutto l'amore
Un padre alle porte del reparto di ginecologia. Scaplita, vuole entrare, sua moglie sta partendo ma la guardia giurata non lo fa entrare. La nascita di un figlio, quel momento che sta in un limbo tra divino e terreno. Un momento così immenso che sembra fare a pugni con la durezza della realtà, ostile e rigida. L’amore che, come un cucchiaino di zucchero, sfuma il nero della vita. L’immensa potenza del diventare genitori fa breccia nel cuore del cantautore, in una canzone che sembra chiudere un ciclo perfetto. Quello della vita di ognuno di noi.