Neuroscienziata Bruni
Amalia Bruni

Attualmente, si riscontra un'insufficienza negli strumenti utilizzati per promuovere una maggiore accettazione del disturbo mentale nella società. Per affrontare adeguatamente questa problematica, è necessario un impegno congiunto da parte di tutti, sia degli operatori sanitari che dei cittadini, per facilitare l'inclusione delle persone con malattia mentale nella vita comunitaria. Questo è quanto emerso durante un incontro che si è tenuto a Catanzaro, nello spazio "Coriolano Paparazzo", fondato da Francesco Mazza. L'occasione per il dibattito è stata offerta dalla mostra fotografica di Gian Butturini, intitolata "Tu interni...io libero", che includeva una ristampa del suo libro del 1977, in collaborazione con il celebre psichiatra Franco Basaglia. Il libro raccoglie fotografie scattate all'interno dell'ospedale psichiatrico di Trieste e testimonia la lotta per l'abolizione dei manicomi, culminata con la legge 180 del 1978.

L'incontro 

L'incontro ha visto l'intervento di Amalia Bruni, neurologa e direttrice del Centro regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, che da alcuni anni è anche impegnata politicamente come consigliera regionale del Pd. La Bruni è stata sollecitata dalle domande di Venturino Lazzaro, direttore del centro clinico San Vitaliano di Catanzaro, e dello stesso Francesco Mazza.

Amalia Bruni ha sottolineato che, sebbene la legge Basaglia abbia avuto il merito di abolire le condizioni disumane nei manicomi, il pieno inserimento delle persone con disagio mentale nella società non è stato completamente realizzato. Questo fallimento, ha spiegato, è dovuto a un problema culturale, poiché il cambiamento non può essere imposto solo tramite leggi, ma richiede tempo. Inoltre, ha enfatizzato che la malattia mentale è una realtà che non può essere ignorata, ma bisogna anche garantire la dignità delle persone, indipendentemente dalle loro condizioni. Un aspetto fondamentale per superare la paura e lo stigma legato alla malattia mentale è una comunicazione aperta, basata sull'ascolto diretto e un linguaggio che non emargini. L'ambiente in cui una persona si trova, inoltre, può avere un impatto significativo sul suo comportamento e sul percorso di cura.

Il disagio sociale che colpisce i giovani

La Bruni ha anche evidenziato l'importanza di un'azione comunitaria più ampia, soprattutto in risposta al crescente disagio sociale, che colpisce in particolare i giovani. In Calabria, la proposta di introdurre uno psicologo ambulatoriale potrebbe essere un passo importante per affrontare questi nuovi bisogni di salute mentale, con un focus sulla diagnosi precoce, che permetterebbe alle persone di riconoscere e gestire il proprio disagio. Un movimento dal basso, guidato dalla comunità, potrebbe essere determinante per far emergere questi nuovi bisogni e superare i limiti degli strumenti tradizionali.

Durante il dibattito sono emerse proposte concrete, come l'istituzione di centri diurni e comunità terapeutiche, che possano aiutare le famiglie a gestire le difficoltà quotidiane legate alla malattia mentale, offrendo al contempo alle persone con disturbi psichiatrici un percorso di riabilitazione. Tuttavia, questa è solo una parte della soluzione. Si è discusso anche della creazione di un Comitato promotore, composto da professionisti, cittadini e rappresentanti di associazioni, che possa stimolare la coscienza pubblica e l'azione politica su queste tematiche. L'obiettivo finale è costruire una società che si faccia carico dei malati mentali, che non li emargini, ma li accetti e li sostenga, dimostrando vicinanza e solidarietà.