Cdm, Non sarà sciolto per mafia il Comune di Mileto
Il Comune di Mileto, piccolo centro della provincia di Vibo Valentia in Calabria, rimarrà sotto la gestione ordinaria della sua amministrazione politica.
Il Comune di Mileto, piccolo centro della provincia di Vibo Valentia in Calabria, rimarrà sotto la gestione ordinaria della sua amministrazione politica guidata dal sindaco Fortunato Salvatore Giordano. Il Consiglio dei Ministri ha recentemente deciso di non procedere con lo scioglimento dell'ente comunale per infiltrazioni mafiose, nonostante la delicatezza della situazione locale e le preoccupazioni emerse a seguito di un'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, denominata “Maestrale-Carthago”. Questa operazione, che ha sollevato il velo su una presunta rete di attività illecite nella zona, ha portato ad una verifica rigorosa della gestione amministrativa locale, affidata ad una commissione di accesso agli atti.
La Commissione di accesso agli atti: verifica e risultati
La decisione di escludere il commissariamento per infiltrazioni mafiose si è basata sulle risultanze della commissione di accesso agli atti, insediata l’11 dicembre 2023 a Palazzo dei Normanni. La commissione ha analizzato a fondo la gestione amministrativa del Comune per verificare la presenza di eventuali legami tra la criminalità organizzata e l’amministrazione locale. Dopo mesi di indagini e accertamenti, è stato stabilito che non sussistono “concreti, univoci e rilevanti elementi su forme di condizionamento ed ingerenza della criminalità organizzata di tipo mafioso nella gestione dell’attività amministrativa delle passate giunte.”
La commissione ha concentrato le indagini sulle amministrazioni precedenti al sindaco Giordano, eletto per la prima volta nel 2019 e rieletto nel 2023, alla guida di una lista civica appoggiata da Forza Italia. Queste verifiche approfondite hanno incluso un esame delle pratiche amministrative, delle scelte finanziarie e della trasparenza decisionale, elementi fondamentali per stabilire l’assenza di condizionamenti da parte della criminalità organizzata nella gestione della cosa pubblica.
L'Operazione “Maestrale-Carthago” e i riflettori sul Comune di Mileto
La decisione di inviare una commissione di accesso agli atti al Comune di Mileto è stata conseguenza diretta dell’operazione “Maestrale-Carthago”, un'iniziativa antimafia coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e condotta dai carabinieri. Questa operazione, che ha riguardato non solo Mileto ma anche le frazioni circostanti, ha messo in luce una situazione criminale particolarmente grave, con il coinvolgimento di presunti esponenti della criminalità organizzata, politici e dipendenti dell’ente locale. È stato un intervento che ha scosso la comunità locale e ha riacceso il dibattito sull’influenza della 'ndrangheta nelle strutture amministrative della regione Calabria.
L'operazione Maestrale-Carthago ha sollevato il velo su una rete di connivenze e rapporti tra il mondo politico e la criminalità organizzata, evidenziando la presenza della ‘ndrangheta come forza pervasiva nella vita pubblica locale. L’indagine ha fatto emergere sospetti di infiltrazioni a vari livelli istituzionali, suscitando grande preoccupazione tra i cittadini e portando il governo a considerare l’eventualità di uno scioglimento dell’amministrazione comunale.
Precedenti scioglimenti e la situazione nel Comune di Mileto
Il contesto in cui si inserisce questa decisione è delicato. Lo scioglimento di un consiglio comunale per infiltrazioni mafiose non è una novità in Calabria, regione tristemente nota per l’alto livello di controllo e pressione esercitati dalla criminalità organizzata sulle amministrazioni pubbliche. Nel caso specifico di Mileto, l’unico scioglimento registrato fino ad oggi risale al 2012, quando il governo decise di intervenire direttamente per la presenza di legami con la ‘ndrangheta che compromettevano la corretta gestione amministrativa.
Negli ultimi anni, tuttavia, il comune di Mileto ha cercato di costruire un percorso di maggiore trasparenza e legalità. L’attuale sindaco, Fortunato Salvatore Giordano, già al suo secondo mandato, si è impegnato per mantenere il Comune lontano da possibili influenze illecite, adottando misure di trasparenza e promuovendo iniziative contro il crimine organizzato. Tuttavia, le ombre della ‘ndrangheta continuano a gravare su molti comuni calabresi, alimentando un clima di sfiducia tra la popolazione.
L'Importanza di garantire un’amministrazione libera da influenze criminali
L’intervento della commissione di accesso agli atti e la decisione finale del Consiglio dei Ministri rappresentano un punto cruciale nella lotta alla criminalità organizzata in Calabria. Garantire che le amministrazioni locali operino senza interferenze mafiose è fondamentale non solo per il funzionamento della democrazia, ma anche per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. I comuni rappresentano il primo livello di interazione tra i cittadini e lo Stato, e la presenza di una governance pulita e affidabile è essenziale per mantenere la fiducia nelle istituzioni.
Questo intervento da parte del governo centrale ha anche un significato simbolico: trasmette un messaggio forte a tutte le realtà locali che la legalità e la trasparenza devono essere i pilastri su cui si fonda l’amministrazione pubblica. Il fatto che il Comune di Mileto possa continuare a operare senza commissariamento è un segnale positivo, che mostra come sia possibile mantenere una gestione politica sana anche in un contesto segnato da pressioni e rischi elevati.
Il ruolo della criminalità organizzata nelle amministrazioni locali in Calabria
La Calabria è una delle regioni italiane più colpite dalla criminalità organizzata, con la ‘ndrangheta che rappresenta una delle principali forze criminali a livello non solo regionale, ma anche internazionale. La penetrazione della mafia nella politica e nelle amministrazioni pubbliche è un fenomeno complesso, che si manifesta attraverso una rete di influenze e connivenze che minacciano di compromettere la trasparenza e la legittimità delle istituzioni. Gli scioglimenti per infiltrazioni mafiose sono una misura drastica, adottata solo quando esistono prove concrete di coinvolgimento della criminalità organizzata nelle attività amministrative.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno, dal 1991 a oggi sono stati sciolti più di 300 comuni in Italia per infiltrazioni mafiose, con la Calabria che registra il numero più alto, seguita dalla Campania e dalla Sicilia. Questo dato evidenzia l’ampiezza del fenomeno e la difficoltà di garantire amministrazioni libere da influenze criminali, specialmente in alcune aree geografiche. Il caso di Mileto rientra in questa cornice, ma rappresenta anche un esempio di come un’adeguata gestione amministrativa possa evitare misure estreme come lo scioglimento.
La risposta delle Istituzioni e le prospettive future
La lotta alle infiltrazioni mafiose richiede un impegno continuo e coordinato tra istituzioni locali, regionali e nazionali. La scelta di non sciogliere il Comune di Mileto potrebbe essere interpretata come un incoraggiamento verso le amministrazioni locali a perseguire la strada della trasparenza e della legalità. Tuttavia, la situazione resta critica: la criminalità organizzata rappresenta una minaccia persistente per la Calabria e per molti comuni del Sud Italia, dove la povertà e la mancanza di opportunità economiche facilitano la diffusione di attività illecite e rendono difficile la costruzione di una governance solida e indipendente.
In questo scenario, il ruolo delle autorità regionali e del governo nazionale è essenziale per sostenere le amministrazioni locali e per garantire che esse possano operare in un contesto libero da influenze criminali. L’introduzione di misure preventive e di programmi di formazione per i dipendenti pubblici e per i funzionari locali è fondamentale per costruire un’amministrazione che possa resistere alle pressioni della criminalità organizzata.
Un passo importante verso la legalità
Il caso del Comune di Mileto rappresenta un passo importante nella direzione di una Calabria libera da influenze mafiose, dove le amministrazioni pubbliche possano operare con autonomia e trasparenza. La decisione del Consiglio dei Ministri di non procedere con lo scioglimento per infiltrazioni mafiose è una scelta significativa, che premia l’impegno di coloro che lavorano per garantire la legalità e la correttezza amministrativa. Tuttavia, questa decisione rappresenta solo un punto di partenza in un percorso lungo e complesso, che richiede l’impegno costante delle istituzioni, dei cittadini e delle forze dell’ordine.
Il futuro di Mileto e di altre realtà simili in Calabria dipende dalla capacità delle istituzioni di mantenere un controllo rigoroso e di sostenere iniziative che promuovano la trasparenza e la partecipazione attiva dei cittadini. La Calabria ha bisogno di amministrazioni forti, capaci di operare senza paura e senza condizionamenti, in grado di rispondere alle esigenze della popolazione e di lavorare per il bene comune.