Nella tarda serata di ieri si è verificata una duplice intimidazione ai danni dell'ex sindaco di Praia a Mare, Antonio Praticò. Ignoti hanno dapprima tentato di appiccare un incendio al portone d'ingresso dell'edificio in cui risiede l'ex sindaco. Le fiamme, fortunatamente, sono state subito spente, evitando danni maggiori.

Intimidazioni anche alla famiglia di Praticò

Successivamente, presumibilmente le stesse persone hanno cercato di incendiare l’automobile appartenente a un parente di Praticò, situata a poche centinaia di metri di distanza. L’episodio ha destato forte preoccupazione nella comunità locale, già scossa da simili atti intimidatori.

Sul luogo dei due incidenti sono intervenuti i carabinieri di Praia a Mare, che hanno avviato le indagini per identificare i responsabili. Le autorità stanno lavorando per ricostruire i fatti e comprendere il movente di questi gesti, intensificando la vigilanza per garantire sicurezza e ordine pubblico.

La Calabria e lo spettro delle intimidazioni

Le intimidazioni in Calabria rappresentano un fenomeno tristemente diffuso, legato soprattutto alla presenza della criminalità organizzata, in particolare la 'ndrangheta, che esercita un controllo pervasivo sul territorio. Questi atti si manifestano attraverso incendi dolosi, danneggiamenti, lettere minatorie e altre azioni volte a incutere paura o esercitare pressione su individui, amministratori pubblici, imprenditori e cittadini comuni.

Gli episodi di intimidazione spesso colpiscono figure pubbliche, come sindaci, assessori o funzionari comunali, che si trovano a dover gestire risorse e appalti in contesti difficili. Questi atti mirano a condizionare le scelte amministrative o a impedire il corretto funzionamento delle istituzioni. Non di rado, le intimidazioni sono rivolte anche a imprenditori, commercianti o privati cittadini che si rifiutano di sottostare alle logiche del racket o alle richieste estorsive.

Le modalità sono diverse: incendi di abitazioni, automobili o attività commerciali, spari contro abitazioni, messaggi minatori con simboli violenti come proiettili o croci, fino ad attacchi diretti. Spesso queste azioni sono eseguite con l'obiettivo di lanciare un messaggio intimidatorio più che di arrecare danno fisico immediato, sebbene non manchino casi in cui la violenza sfocia in aggressioni gravi.

Negli ultimi anni si è registrato un impegno crescente per contrastare la diffusione di questi episodi. Prefetture, forze dell'ordine e magistratura stanno lavorando con maggiore coordinazione per rafforzare le indagini, promuovere la cultura della legalità e offrire supporto alle vittime. Tuttavia, il problema resta radicato in molte aree, alimentato da omertà e paura, che limitano la denuncia da parte dei cittadini.

La lotta contro le intimidazioni in Calabria richiede un approccio integrato, che combini la repressione del crimine organizzato con misure preventive e un forte sostegno alla società civile, affinché possa opporsi a queste dinamiche e riaffermare la legalità come valore condiviso.