Processo per Akim, il cane ucciso con tre coltellate nei boschi della Sila
Sono stati sufficienti tre fendenti, sferrati con un coltello a serramanico e con una lama a punta lunga 23 centimetri, ad uccidere il cane “Akim” , un pastore dell’Anatolia di circa nove mesi. A compiere il violente gesto sarebbe stato il proprietario di un altro cane, il quale, per difendere il proprio animale, avrebbe accoltellato ripetutamente il pastore, sotto gli occhi sgomentati del padrone. Gli eventi si svolsero nell’ottobre del 2020, nei boschi di Camigliatello Silano. Per quanto fosse evidente la gravità delle ferite inflitte al cane, il proprietario non ha esitato a trasportarlo in una clinica veterinaria, dove - purtroppo - è deceduto. Attualmente è stata svolta la prima udienza dibattimentale dinanzi al Tribunale di Cosenza, in cui il responsabile del violento gesto è un 30enne. Sono state molte le associazioni ambientaliste a difesa dell’ambiente e degli animali ad anticipare la volontà di costituirsi parte civile nel processo, tra cui WWF Cosenza Sila Pollino, rappresentata dall’avvocato Fabio Spinelli, Fare Ambiente Laboratorio Verde di Cosenza, rappresentata dall’ avvocato Anita Frugiuele, Lega Ambiente Calabria, rappresentata dall’avvocato Rodolfo Ambrosio ed diverse altre associazioni. Un gesto di atroce violenza che indignó l’opinione pubblica e spinse molti a insorgere giustizia per il povero Akim.
Foto: QuiCosenza.it