Esiste ancora una ristretta minoranza di italiani che non vuole proprio  rassegnarsi a restare a casa e la cosa diventa ancora più palese in un soleggiato weekend primaverile.

Tra sabato e domenica, infatti, ben 11.700 persone siano state denunciate dalle forze dell'ordine per non

aver rispettato il divieto di spostamento. Numeri in aumento

rispetto a giovedì e venerdì, quando i denunciati erano stati

rispettivamente 1.700 e 2.900. Complessivamente, dall'inizio

delle misure restrittive, lo scorso 11 marzo, in 136mila sono

finiti nei taccuini degli agenti. Nel periodo sono stati

controllati 3,2 milioni di persone e quasi un milione mezzo di

esercizi commerciali.

  La stragrande maggioranza dei denunciati è incappata nella

nuova sanzione amministrativa che impone il pagamento di una

cifra compresa tra 400 e 3.000 euro per chi viola le misure di

contenimento: per chi, in sostanza, si trova a spasso senza

averne necessità. Ci sono poi quelli che dovrebbero stare in

quarantena perchè positivi al Covid o perchè sono stati comunque

a contatto con contagiati, ma sono stati beccati in strada dalle

forze di polizia: in 78 tra sabato e domenica. Loro rischiano il

carcere da 1 a 4 anni per aver attentato alla salute degli altri

cittadini, dopo la stretta dell'ultimo decreto.

  Una circolare del Viminale ha indicato che anche le polizie

locali potranno accertare e sanzionare le violazioni ai divieti.

E proprio in queste settimane ci sono state polemiche a Milano

sui vigili urbani. "Qualcuno - rileva il sindaco, Giuseppe Sala

- osserva che abbiamo pochi vigili e che tanti in parte sono a

casa. Bisogna che i cittadini sappiamo che in questo momento

stiamo cercando di lasciare a casa un po' di vigili perché

bisognerà conservare le forze e le energie perché nei mesi sarà

poi una battaglia". A San Giorgio a Cremano (Napoli) un'agente

della Polizia municipale è stata aggredita con sputi nel corso

di un controllo volto al rispetto delle regole del decreto

governativo.  La donna dovrà ora osservare una quarantena

precauzionale di 15 giorni.

  Ed una forte contrarietà sta incontrando tra i sindacati di

polizia il cosiddetto "scudo penale" introdotto con un

emendamento approvato in commissione Difesa del Senato per i

vertici delle forze armate e delle forze dell'ordine che non

ottemperano alla salute dei loro dipendenti. "Le donne e gli

uomini in uniforme, così come i medici e i sanitari e quelli del

soccorso pubblico - spiega Felice ROmano del Siulp - non si sono

fermati un solo attimo e, con altissimo senso di responsabilità,

stanno continuando ad adempiere al loro dovere. In questo

contesto - aggiunge  - pensare di manlevare dalle proprie

responsabilità chi deve dirigere questi lavoratori, significa

creare una rottura insanabile tra vertici e tutto il resto del

personale". Anche Giuseppe Tiani del Siap di dice "sconcertato"

dalla misura: "ci conforta apprendere - osserva - che, a quanto

risulta, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha espresso

parere contrario".