Un rapporto burrascoso: i calabresi e le tasse
L’evasione fiscale, considerata da molti una necessità dettata dalla precarietà economica, rappresenta invece un problema strutturale che priva la regione di risorse fondamentali
Il rapporto tra i calabresi e il fisco è da sempre caratterizzato da tensioni e diffidenza.
L’evasione fiscale, considerata da molti una necessità dettata dalla precarietà economica, rappresenta invece un problema strutturale che priva la regione di risorse fondamentali. Il totale dell'evasione fiscale in Italia si aggira ancora intorno agli 83 miliardi di euro, una cifra che, se recuperata, potrebbe risolvere tantissimi problemi. In Calabria, secondo l’Agenzia delle Entrate, l’evasione fiscale è più evidente rispetto al resto d’Italia. Tra le maggiori omissioni vi sono il mancato pagamento delle imposte, dei contributi previdenziali e il versamento dell’IVA, mancate entrate che incidono pesantemente sull’economia regionale. L’evasione fiscale non solo priva il territorio di risorse vitali, ma accentua le disuguaglianze sociali, contribuendo a un contesto di instabilità economica e occupazionale.
La Calabria presenta il PIL pro capite più basso d’Italia
E, contemporaneamente, il tasso di evasione fiscale più elevato. Nel 2023, il PIL pro capite della regione si attestava a circa 18.500 euro, mentre la media nazionale, secondo l’ISTAT, si aggirava intorno ai 29.500 euro. Nonostante il reddito medio molto basso, l’evasione fiscale in Calabria è tra le più alte del Paese, con un tasso vicino al 20%. Questo dato suggerisce non solo una difficoltà economica diffusa, ma anche un’economia parallela che sfugge ai controlli fiscali ufficiali. L’economia sommersa gioca un ruolo cruciale nella persistenza dell’evasione fiscale in Calabria. Secondo le stime, il sommerso rappresenta oltre il 22% dell’economia regionale, a fronte di una media nazionale inferiore al 12%. Questo significa miliardi di euro sottratti ogni anno alle casse dello Stato, risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare infrastrutture e servizi pubblici, spesso carenti nella regione.
Secondo il Rapporto 2024 dell’Agenzia delle Entrate
In Calabria le categorie più esposte all’evasione sono i professionisti e i lavoratori autonomi, tra cui avvocati, medici e ingegneri, le piccole e medie imprese operanti nei settori del commercio al dettaglio, della ristorazione e delle costruzioni, il settore agricolo, caratterizzato da un’alta incidenza di manodopera irregolare, e il comparto edilizio, spesso colpito dal lavoro nero e dalla sottofatturazione. Un altro elemento preoccupante è il legame tra evasione fiscale e criminalità organizzata. Le organizzazioni mafiose non solo evadono il fisco, ma spesso infiltrano l’economia legale, riducendo ulteriormente la trasparenza economica. Nel 2023, in Calabria, le operazioni contro la criminalità hanno portato a sequestri e confische per un valore di oltre 350 milioni di euro.
Nonostante l’alto tasso di evasione, c’è una parte di cittadini che rispetta gli obblighi fiscali in maniera rigorosa.
Il Rapporto Economico 2024 del MEF evidenzia che il 70% dei contribuenti calabresi è composto da dipendenti pubblici, privati e pensionati, i quali contribuiscono al 75% del gettito IRPEF regionale. Tuttavia, l’esistenza di un’elevata economia sommersa crea una forte disparità fiscale, penalizzando chi paga regolarmente le tasse e favorendo una concorrenza sleale tra le imprese.
L’evasione fiscale in Calabria non è solo un problema economico, ma una questione sociale che incide sulla qualità della vita e sulla competitività del territorio. Senza un efficace piano di contrasto e una gestione più trasparente delle risorse pubbliche, il divario tra chi paga le tasse e chi evade continuerà a pesare sulla crescita e sullo sviluppo della regione.