Fermato a Cosenza un cittadino tunisino accusato di terrorismo internazionale

Nella mattinata odierna, la polizia di Stato ha eseguito un decreto di fermo, emesso dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, nei confronti di un cittadino tunisino residente a Cosenza. L’uomo è accusato di essere coinvolto in un’associazione a carattere transnazionale con finalità terroristiche, riconducibile all’organizzazione terroristica denominata "ISIS", in cui avrebbe ricoperto il ruolo di organizzatore. L’operazione è stata condotta dalla sezione Antiterrorismo della Digos della Questura di Catanzaro, con il supporto della Digos di Cosenza e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Secondo gli investigatori, il fermato, che si dichiarava appartenente all’ideologia Salafita-Takfira, era ricercato anche in Tunisia per precedenti attività terroristiche e avrebbe pianificato un attentato in Italia nel prossimo futuro.

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Indagini su rete terroristica, radicalizzazione e traffico di migranti

La complessa indagine, tuttora nella fase preliminare e coordinata dalla Procura di Catanzaro, ha permesso di delineare l’esistenza di una struttura terroristica attiva in Italia, dedita al proselitismo e all’indottrinamento estremista, con lo scopo di esaltare il martirio per la causa jihadista. Il gruppo svolgeva anche attività di addestramento militare ed era orientato a sovvertire gli ordinamenti statali, in particolare nei Paesi a maggioranza musulmana, per instaurare regimi teocratici fondati su leggi religiose. Oltre alla propaganda antiebraica e alla diffusione di contenuti violenti, le indagini hanno fatto emergere il ruolo dell’organizzazione anche nel traffico di migranti clandestini dalla Tunisia all’Italia. Gli investigatori hanno documentato la disponibilità di documenti falsi e l'organizzazione logistica per i viaggi illegali, finalizzati a garantire la permanenza in Italia di soggetti ricercati o radicalizzati. Il procedimento è attualmente in corso e si trova nella fase delle indagini preliminari, in attesa delle verifiche processuali.

“Pronto al martirio”

Si definiva "pronto al martirio", Halmi Ben Mahmmoud Mselmi, il jihadista di 28 anni, di origini tunisine, appartenente ad un cellula di matrice terroristica legata all'Isis, fermato stamane a Cosenza dalla Digos distrettuale di Catanzaro in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura di Catanzaro per associazione terroristica di natura transnazionale.

Monitorato dal 2023

L'uomo, residente a Cosenza dove lavorava saltuariamente come muratore, era costantemente monitorato dagli inquirenti dal novembre del 2023 ed era seguito anche quando dalla Calabria si spostava fuori regione.

Voleva unirsi ai califfati in Siria

Mselmi, secondo quanto emerso dalle indagini, faceva parte di un'organizzazione i cui componenti, una settantina, avevano prestato giuramento allo stato islamico e avevano in animo di unirsi alle truppe del Califfati in Siria.

Chi è Mselmi

"La personalità di questo soggetto - spiega Antonio Caliò dirigente della Digos Distrettuale del capoluogo calabrese - è molto particolare. E si inserisce in un'indagine ancora più complessa e articolata basata su attività tecniche e di intercettazione. In particolare operava assiduamente in azioni di indottrinamento e proselitismo".

Mselmi, che si professava Salafita - Takfira era fortemente radicalizzato e operava per la realizzazione dello Stato Islamico attraverso "il Jihad contro i cosiddetti infedeli e gli apostati con l'obiettivo di creare un sistema statuale di tipo teocratico". E in questo senso svolgeva attraverso un'assidua attività di autoaddestramento , diffusione dell'ideologia terroristica, manifestando la disponibilità di votarsi al martirio colpendo gli occidentali e Israele e agevolando la fuga di altri associati. Nella sua disponibilità è stato trovato molto materiale propagandistico inneggiante al Jihad.