Dopo il nuovo decreto del premier Giuseppe Conte, l’Italia si appresta ad iniziare la cosiddetta “fase 2” dopo il lockdown dovuto alla grave pandemia mondiale del COVID-19. Alcune Regioni come la Calabria, hanno già iniziato la ripresa anticipando di fatto di qualche giorno la fase 2, con le dovute cautele che questa emergenza impone. Ma quale è il vero rischio durante la fase 2? La risposta è la trasmissione del virus attraverso soggetti totalmente asintomatici. Infatti come ha recentemente sottolineato dagli esperti dell’Università della California che firmano un editoriale sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine, il vero “tallone di Achille” nella trasmissione del COVID19 che ha portato a quasi 250 mila morti nel mondo, è proprio la trasmissione attraverso i soggetti che non presentano alcun sintomo.

È ormai noto nella letteratura scientifica internazionale nonché nella pratica clinica, che il test migliore per isolare il virus è il tampone orofaringeo, che attraverso metodiche di biologia molecolare è in grado di constatare la presenza dell’RNA, ovvero del materiale genetico, del virus. Peccato però che questi tamponi, sia per i costi che per l’organizzazione necessaria, abbiano nei grandi numeri un vero e proprio limite. Allora come può l Calabria organizzare uno screening di massa per i suoi cittadini? La chiave è nel test rapido! Sono infatti stati validati dei test rapidi che, in pochi minuti e con costi estremamente bassi rispetto al tampone, possono individuare i soggetti che sono stati a contatto con il virus. Solo allora e solo a questi soggetti si potrà in seguito effettuare il tampone orofaringeo per confermare la diagnosi. Ma come funzionano questi test rapidi? Sono dei test immunologici che vanno a valutare la presenza nel sangue dei soggetti degli anticorpi IgM ed IgG che si formano dopo il contatto con il virus. I vantaggi? Costi contenuti, si effettuano con una goccia di sangue, pungendo il dito del paziente ed il risultato si ottiene già dopo 10-15 minuti. Attualmente i test rapidi sono a nostro avviso la soluzione migliore per effettuare uno screening sulla popolazione Calabrese ed individuare precocemente i soggetti malati e portatori del virus, che non presentano nessun sintomo e quindi potenziali fonti di contagio.

Pertanto è auspicabile la dotazione di ogni strumento atto a contenere il contagio della popolazione Calabrese, considerando altresì gli imminenti spostamenti di massa verso il Sud, che si attendono con la fine fase 1.

Ludovico Abenavoli

Professor associato di Gastroenterologia

Università “Magna Graecia” di Catanzaro