Manifesto 'Giù le mani dai nostri corpi'
Manifesto 'Giù le mani dai nostri corpi'

Indagini aperte sul caso deepfake ad Acri. La Procura di Cosenza ha aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di diffamazione a mezzo internet a seguito di tre casi di deepfake denunciati alle autorità competenti da alcuni genitori per la diffusione sul web di foto intime false generate con l’uso dell’intelligenza artificiale con i volti di studentesse minorenni. I carabinieri del Comando provinciale, insieme ai colleghi del posto, per ricostruire la rete della diffusione delle immagini diffuse sul web (precisamente tramite canali Telegram) ha dato seguito ad una serie di perquisizioni degli apparecchi informatici di proprietà di alcuni giovani del luogo.

L'indignazione collettiva e l'urlo di Fem.In

Giù le mani dai nostri corpi. Intanto l’indignazione collettiva aumenta ed il collettivo femminista ‘Fem.in cosentine in lotta” rompe il silenzio. 
“Non un episodio isolato, ma l’ennesima conferma di come la violenza di genere si insinui fin da giovanissime nella vita delle donne. Il fenomeno della violenza di genere non cambia: cambiano gli strumenti, si adatta ai tempi, ma resta lo stesso meccanismo di oppressione che continua a colpire le donne e le soggettività marginalizzate.” Scrive in una nota il collettivo “La nostra rabbia cresce perché sappiamo che questi atti non sono frutto del caso o di pochi individui deviati, ma il risultato di una società che normalizza la violenza, la minimizza, la rende cultura. Dove sono le istituzioni? Cosa stanno facendo per fermare questa escalation di abusi sulle donne? Lo ripetiamo con forza: non c’è più tempo da perdere! Serve subito educazione sessuale e affettiva nelle scuole, serve un potenziamento dei Centri Antiviolenza, serve supporto psicologico reale e accessibile per chi subisce violenza e per decostruire questa cultura patriarcale prima che si traduca in altri abusi, in altri femminicidi.”

Fem.in Cosentine sul caso: 'Giù le mani dai nostri corpi'
Fem.in Cosentine sul caso: 'Giù le mani dai nostri corpi'

Il collettivo ricorda la vicenda di Aurora, strappata alla vita a soli 14 anni per mano di un ragazzo che credeva di possederla. “Aurora – scrive il collettivo - come tutte le donne uccise, violentate, umiliate e perseguitate, è il simbolo di una società che non protegge, che non educa, che non agisce."

I dati preoccupanti

"I dati parlano chiaro: la violenza di genere inizia presto e non risparmia nessuna. I femminicidi in Italia sono in aumento, la diffusione non consensuale di immagini intime colpisce sempre più ragazze giovanissime, e la scuola continua a essere il luogo dove l’educazione sessuale è un tabù, mentre la violenza patriarcale trova terreno fertile. Perché? Perché continua a far comodo non affrontare il problema alla radice. Noi non ci stiamo. Pretendiamo interventi concreti e immediati. Pretendiamo che nelle scuole si parli di consenso, di sessualità, di relazioni sane. Pretendiamo che le istituzioni si assumano la responsabilità di fermare questa mattanza contro le donne. - conclude Fem.In - La nostra piena solidarietà e vicinanza va alle studentesse colpite da questa vicenda, che con coraggio e determinazione hanno svolto un importante manifestazione questa mattina."