Potrebbe essere quello di una donna il nome che unisce il centrodestra impantanato da diverso tempo nella scelta del candidato alla corsa per le regionali calabresi. A rivelarlo è Huffingtonpost.it che ripercorrendo il breve incontro dell’altra sera a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini dipinge uno scenario nuovo, o quasi, per l’individuazione del candidato a governatore della Calabria. Raccontano che il Cavaliere non ha perso tempo a porre la questione sulla candidatura di Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza, nonché fratello di Roberto, alto dirigente e parlamentare.




Il capitano, però, ha replicato con una smorfia: “Non esiste”. Il tutto accompagnato, un secondo dopo, da una postilla: “Datemi un nome che sia gradito”. Il nome che potrebbe essere gradito alla Lega, sarebbe quello di Caterina Chiaravalloti, magistrato, presidente del Tribunale di Latina figlia di quel Giuseppe governatore dal 2000 al 2006 che fu uno degli otto attori protagonisti della tornata elettorale del 2000 che diede la spallata al governo D’Alema.

Il profilo di Caterina Chiaravalloti potrebbe essere quello giusto per mettere d’accorso il cavaliere, il capitano e la pasionaria di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. E d’altra parte, la presidente del tribunale di Latina rappresenterebbe una figura neutra che potrebbe tenere assieme le richieste del leader di via Bellerio e la galassia azzurra.

Ed è vero che la Chiaravalloti non ha una tessera di partito, né tanto meno quella di Forza Italia, però risponderebbe più al moderatismo azzurro che al sovranismo salviniano. E va da sé che in Calabria è cosa nota che sia più facile vincere al centro che con un candidato dal profilo estremo. E allora nel gioco dei veti incrociati - si sta consumando una battaglia al veleno dentro Forza Italia tra i filosalviniani e i filocarfagniani - l’ipotesi Chiaravalloti appare concreta anche perché, sibila una gola profonda del leghismo, “Matteo preferisce tenersi a debita distanza dalle dinamiche calabresi, teme il rischio contaminazione, e allo stesso tempo sa di non essere forte sul territorio. Ecco perché preferisce allora puntare su una donna dal curriculum autorevole”.

E ancora: “Se il Pd ha scartato Oliverio per le inchieste, per quale ragione noi dovremmo candidare un indagato come Occhiuto”. Sia come sia nel brevissimo colloquio un brevissimo passaggio è stato riservato all’Emilia Romagna. Salvini ha solo quello nella sua testa, vincere nella rossa Emilia. Non a caso ha chiesto una mano all’ex premier: “Silvio, ti voglio in campo”. E Silvio, tutto felice, gli ha assicurato il suo impegno. I protagonisti, Berlusconi, Salvini e Meloni si incontreranno la prossima settimana. E magari decideranno il candidato per la Calabria.