Sono i primi occhi che ci hanno guardato e le prime braccia che ci hanno stretto forte: come una celebre canzone cantava “la mamma è sempre la mamma”, come di consuetudine, è giusto festeggiarla, come ogni 8 maggio, con una festa a lei dedicata.

Storicamente, questa data faceva riferimento al culto della fertilità e della maternità, ma col tempo, per come la conosciamo noi, fu introdotta dalla pacifista americana Ann Reeves Jarvis.

L’attivista avvio lotte a favore di molte campagne che riguardavano la mortalità infantile causata dalle malattie e dalla contaminazione del latte, organizzando anche, durante la Guerra Civile tra Sudisti e Nordisti, incontri tra le madri che per anni erano state tra gli schieramenti nemici.

Questo incontro assunse, pian piano, una sorta di evento, diventando un vero e proprio “appuntamento fisso”: il 10 maggio 1908 la figlia di Ann Reeves Jarvis, Anna Jarvis, organizzò a Grafton, sua città natale, a Philadelphia e in altre città delle celebrazioni dedicati alle mamme.

Avendo sempre più seguito la festa fu ufficializzata nel 1914, diventando per gli occidentali quella che oggi conosciamo come “la Festa della Mamma”.

È importante ricordare, soprattutto in occasione di questa festa, come oggi la maternità sia un tema molto discusso, che pone le donne in una posizione di spesso di “scelta”. Abbattere il muro che separa la realizzazione personale di una donna e il desiderio di concepire un figlio è un diritto a cui ogni donna dovrebbe attingere.

Le lavoratrici madri ad oggi costituiscono una fetta che tende sempre di più a ridursi a causa delle ingiustizie che, spesso e volentieri, vengono inflitte a queste donne.

Tutelare i diritti che riguardano la maternità è un impegno civile importante, poiché, senza le madri, la vita sulla Terra sarebbe una catena destinata a spezzarsi.