Scambio politico-mafioso, assolto l'ex sindaco di Rosarno
L'inchiesta aveva portato all'arresto di 49 persone, tra cui Giuseppe Idà, e aveva causato lo scioglimento del Comune
Assoluzione piena
Nella tarda serata di ieri, il Tribunale di Palmi ha assolto con formula piena l'ex sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà, dalle accuse di scambio elettorale politico-mafioso nell'ambito dell'Operazione "Faust". L'inchiesta, avviata nel gennaio 2021, aveva portato all'arresto di 49 persone, tra cui Idà, e aveva causato lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Dopo otto ore di camera di consiglio, il presidente del collegio, Francesco Petrone, ha pronunciato la sentenza di assoluzione.
I diavoli di Rosarno
L'Operazione "Faust", coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, mirava a smantellare la cosca Pisano, nota come "i diavoli di Rosarno". Idà era stato accusato di aver accettato il sostegno elettorale della cosca in cambio di incarichi nell'amministrazione comunale. A seguito dell'arresto, Idà si era dimesso dalla carica di sindaco nel febbraio 2021, ribadendo la propria innocenza.
Dopo tre anni di processo, il Tribunale ha riconosciuto l'insussistenza delle accuse, assolvendo Idà con formula piena. La sentenza rappresenta una svolta significativa nella vicenda giudiziaria che aveva profondamente colpito la comunità di Rosarno.
Coinvolto il clan Pisano di Rosarno
Si tratta del processo con il rito ordinario che si è celebrato davanti al Tribunale e che vedeva alla sbarra numerosi inputati tra i quali esponenti del presunto clan Pisano di Rosarno. La sentenza dispone la condanna per 16 persone per alcuni capi di imputazione e l'assoluzione per altri capi di imputazione per altre 22 persone. Tra le pene più alte inflitte quella a 28 anni di reclusione a Giuseppe Pace, a 14 anni e un mese Angela Pace, a 13 anni e sei mesi a Domenico Pepè. Sergio Gambardella a 13 anni di reclusione, a 7 anni di reclusione per Domenico Pisano e 5 anni a Salvatore Pisano.
All'ex sindaco Idà vennero concessi allora gli arresti domiciliari e il divieto di dimora nel comune di Rosarno. Il suo coinvolgimento in quell'inchiesta provocò le sue dimissioni da sindaco seguite poi da quelle dei consiglieri di maggioranza e portò pochi mesi dopo allo scioglimento per mafia del Consiglio comunale.
Idà era accusato di avere accettato la promessa di voti dalla cosca Pisano in cambio dell'assegnazione al consigliere comunale Domenico Scriva, dell'assessorato ai lavori pubblici o, comunque, dell'attribuzione di un altro incarico di prestigio. Domenico Scriva è stato anch'egli assolto dalle accuse.
Assolto l'ex sindaco di Rosarno