Gusto ribelle

Che cosa significa avere un’identità gastronomica? Tra autenticità e trasformazione
Che cos’è davvero l’identità gastronomica? Al di là delle definizioni semplicistiche, si tratta di un concetto fluido e complesso, spesso carico di narrazioni romantiche o strategicamente costruite per fini economici e turistici. L’identità gastronomica rappresenta l’insieme delle tradizioni culinarie, degli ingredienti e delle pratiche che una comunità considera come proprie. Ma quanto c’è di vero in questa percezione? E quanto di costruito?
 

L’identità gastronomica è un costrutto dinamico

Quando parliamo di identità gastronomica, spesso immaginiamo un legame diretto e incontaminato tra il cibo e il territorio. Tuttavia, molte di queste narrazioni sono il frutto di processi storici di contaminazione e trasformazione. Le influenze esterne – scambi commerciali, migrazioni e dominazioni – hanno contribuito a plasmare le cucine locali. Pensiamo, ad esempio, alla diffusione della pasta e del pomodoro in Italia, alimenti oggi simbolo della cucina nazionale, ma introdotti in periodi storici relativamente recenti. Questo significa che l’identità gastronomica è un costrutto dinamico, più legato alla memoria collettiva e alle esigenze contemporanee che a una tradizione immutabile.
 

In Calabria, l’identità gastronomica è spesso associata a prodotti e piatti come la ‘nduja, il bergamotto, la cipolla di Tropea e i peperoncini. Questi elementi rappresentano il territorio, ma è importante chiedersi quanta parte di questa narrazione corrisponda realmente alle abitudini alimentari del passato e quanto sia stata costruita per valorizzare il territorio agli occhi di consumatori esterni. 

La cucina calabrese tradizionale nasce come cucina di sopravvivenza, legata a ingredienti poveri e alla necessità di conservare gli alimenti. Oggi, molti di quei piatti sono stati rielaborati per rispondere ai gusti e alle aspettative del mercato. Questo non significa che tali reinterpretazioni siano meno autentiche, ma piuttosto che l’identità gastronomica è in continua evoluzione.

Gusto ribelle
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I segnali di resistenza in Calabria 

Oggi, la globalizzazione e l’omologazione dei gusti hanno inevitabilmente influenzato le tradizioni culinarie calabresi. Le giovani generazioni, ad esempio, tendono a preferire cibi pronti o ricette di altre culture, mentre alcune tecniche tradizionali stanno scomparendo. Tuttavia, esistono segnali di resistenza: il ritorno all’agricoltura sostenibile, la riscoperta delle ricette locali attraverso festival e iniziative culturali, e l’interesse per i prodotti tipici da parte dei turisti. La Calabria è oggi un mosaico di tradizioni antiche e innovazioni moderne. Se da un lato alcune pratiche culinarie rischiano di perdersi, dall’altro emergono nuove forme di espressione gastronomica che reinterpretano la tradizione in chiave contemporanea.
 

Identità e realtà in movimento 

L’identità gastronomica è quindi una realtà in movimento, che non può essere ridotta a uno stereotipo o a un marchio commerciale. È importante analizzarla criticamente, riconoscendo tanto il valore delle tradizioni quanto il ruolo delle trasformazioni sociali e culturali. Solo così possiamo comprendere pienamente quanto cibo e cultura siano intrecciati in un dialogo continuo tra passato e presente.