Denis Bergamini
Denis Bergamini

"Ciò che è stato trascurato è il principio della presunzione d'innocenza. La comunità ha già emesso una condanna nei confronti di Isabella Internò."

I fatti

"L'avvocato Rossana Cribari, difensore di Isabella Internò accusata di omicidio volontario per la morte del suo ex fidanzato, il calciatore Denis Bergamini, ha dichiarato che il processo è influenzato dall'eco mediatica e che non ci sono prove concrete. La morte di Bergamini, avvenuta nel 1989 a Roseto Capo Spulico, inizialmente era stata considerata un suicidio. Tuttavia, le indagini hanno successivamente rivelato che il calciatore sarebbe stato soffocato e che la versione del suicidio, a cui l'imputata aveva detto di aver assistito, era solo una messinscena.

Durante la sua arringa, l’avvocato Fabio Anselmo, rappresentante della famiglia di Denis Bergamini, ha evidenziato i numerosi errori e le incongruenze commesse durante le prime indagini, mettendo in luce come tali errori abbiano rafforzato la versione di Isabella Internò. Secondo Anselmo, queste falle investigative hanno contribuito a prolungare di 35 anni il calvario giudiziario per la famiglia di Bergamini, ritardando l’accertamento della verità.

Anselmo ha citato come esempio il certificato di morte, che indicava uno sfondamento toracico inesistente, e la sparizione dei vestiti di Bergamini, restituito nudo alla famiglia. Questi dettagli, insieme al mancato esame cadaverico da parte del medico legale e altre incongruenze, hanno sollevato dubbi sulle modalità con cui sono state gestite le prime fasi dell’inchiesta.

L’avvocato ha poi rivelato che la telefonata tra Denis Bergamini e Isabella Internò, che avrebbe dovuto costituire un alibi per l’imputata, si è rivelata falsa. Le intercettazioni ambientali dimostrano infatti che Denis non ha mai chiamato Isabella quel pomeriggio, bensì ha parlato con un uomo di nome Andrea, che a sua volta ha comunicato con la madre e poi con Isabella. Questa serie di contraddizioni, secondo Anselmo, smonta ulteriormente la difesa di Internò.

Nella 57^ udienza, l'avvocato Anselmo ha commentato anche la testimonianza di Luciano Conte, marito di Isabella Internò, definendola un “massacro” per la difesa. Conte, ex poliziotto in pensione, è caduto in numerose contraddizioni, specialmente durante il controesame del pm Luca Primicerio e degli avvocati di parte civile Anselmo e Silvia Galeone. Le sue dichiarazioni confuse, unite all'incapacità di spiegare le sue stesse parole intercettate all'epoca, hanno messo in seria difficoltà la sua credibilità.

Tra le contraddizioni più evidenti, Conte non ha saputo spiegare come non avesse mai chiesto a sua moglie cosa fosse successo quel pomeriggio in cui Bergamini è morto, né come fosse ignaro del fatto che Internò avesse subito un aborto a Londra. Inoltre, è emerso che Conte era già fidanzato con Isabella quando Denis Bergamini è stato ucciso, dettaglio che ha cercato inutilmente di negare.

Al termine dell’udienza, Anselmo ha dichiarato ai cronisti: “Credo che oggi abbiamo chiuso il processo: letteralmente è chiuso. Conte ha tradito tutte le debolezze di una tesi difensiva che fa acqua da tutte le parti”. L’avvocato ha definito l’udienza “molto impegnativa e importante”, aggiungendo che finalmente è stato delineato un quadro preciso della vicenda che ha portato alla morte di Denis Bergamini.

Anselmo ha concluso commentando il dramma che l’omicidio rappresenta, non solo per chi lo subisce ma anche per chi lo commette. Tuttavia, ha sottolineato come in questo caso l’attenzione principale sia rivolta alla sofferenza della famiglia Bergamini, privata di Denis e costretta a lottare per la verità per oltre tre decenni.

Infine, l’avvocato ha rimandato ulteriori commenti sulla personalità di Luciano Conte alla discussione finale del processo, precisando che, pur non implicando Conte nell’omicidio, egli resta comunque un protagonista della vicenda.

I dettagli

L'avvocato Cribari ha sostenuto che per anni si è cercata una verità inesistente, fondata su teorie senza fondamento, che non dovrebbero essere presentate in aula. Ha sottolineato che l'unica autopsia rilevante è quella del professor Abato, che esaminò il corpo nel 1990. Secondo i periti Bolino e Tessi, nel 2012, non era possibile eseguire esami per accertare le lesioni dopo tanto tempo. La causa della morte di Bergamini è stata identificata come uno choc emorragico, come spiegato da Abato durante il processo. La prossima udienza è prevista per lunedì 30 ottobre, quando parlerà anche l'altro avvocato di Internò, Angelo Pugliese."