Negli ultimi giorni, il dibattito pubblico in Calabria si è concentrato sulla gestione della politica industriale e del lavoro che, secondo il sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi, sembra muoversi senza una strategia chiara. L'ultima uscita del presidente della Regione Roberto Occhiuto, con un video in cui indica esponenti sindacali, sindaci e cittadini come "questi", ha offerto un'immagine piuttosto indicativa del livello della discussione politica. Ma al di là della forma, il contenuto della politica del lavoro della Regione appare altrettanto discutibile.

La distinzione tra posti immaginari, utili e veri

Riflettendo sull’azione della Giunta Regionale, emergono tre categorie fondamentali nella gestione del lavoro: i posti immaginari, i posti utili e i posti veri. Stranamente, quelli ritenuti meno prioritari sembrano essere proprio quelli utili e veri, ovvero quelli che garantiscono occupazione stabile e funzionale all’economia della regione. Un esempio concreto è rappresentato dalla Centrale del Mercure, impianto da tempo contestato per la sua collocazione all'interno del Parco ma che, di fatto, occupa svariate persone e rappresenta una fonte di reddito per molte famiglie. 

Il presidente della Regione ha improvvisamente abbracciato un fervore ambientalista, ma senza fornire alcuna risposta su quale sia il piano industriale ed occupazionale alternativo per evitare di colpire l'economia del Pollino. La mancanza di programmazione si traduce in una politica di slogan e di video sui social, piuttosto che in un piano concreto di sviluppo.

Progetti persi e iniziative svanite

Un altro esempio di inefficacia della strategia regionale è il caso del progetto Enel per la rigenerazione ad idrogeno del sito di Sant’Irene, che avrebbe potuto rappresentare un investimento sostenibile e condiviso. Il progetto, sostenuto anche da 15 milioni di euro del PNRR, è stato abbandonato con la nomina del nuovo amministratore delegato di Enel, scelto dal Governo Meloni. Di fronte a questa perdita strategica, la Giunta Regionale è rimasta in silenzio, dimostrando ancora una volta una totale mancanza di visione e capacità di reazione.

Il fallimento dei posti immaginari e la propaganda

Ancora più indicativo dell'approccio regionale al lavoro è il caso della gestione del Porto di Corigliano-Rossano, dove è stata messa in piedi una campagna propagandistica basata su numeri poco chiari e progetti opachi. La promessa di occupazione legata a fondi pubblici della ZES si è rivelata priva di una solida base amministrativa, e alla fine il progetto è naufragato per il cambio di regime imposto dallo stesso Governo Meloni. La reazione della Regione? Un’altra occasione per scaricare le responsabilità su altri, senza mai ammettere la propria totale inconsistenza amministrativa.

Un’idea di sviluppo che non esiste

Per raccontare un’idea di sviluppo della Calabria, è necessario averne una. Altrimenti, ci si limita a prendere iniziative sporadiche di altri e presentarle come proprie, fino a quando la realtà non le smaschera per quello che sono: operazioni di pura propaganda prive di una reale programmazione. La gestione della Regione Calabria, oggi, sembra esattamente questo: una sequenza di annunci senza sostanza, una politica che si affida ai social per mascherare l’assenza di risposte concrete.