Si chiamano Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa; e sono loro le prime “sardine” d’Italia, gli ideatori di un movimento diventato istantaneamente virale, specie subito dopo l’evento organizzato a Bologna in occasione della partenza della campagna elettorale della candidata leghista alla presidenza della regione Emilia-Romagna.


Settemila persone sul crescentone di Piazza Maggiore, appena una settimana fa, giovedì 14 novembre, al grido di “Bologna non si Lega”, mille in più dell’obiettivo prefissato in principio, ovvero riempire tutta Piazza Maggiore, stringendosi un po', come, appunto, sardine.




Senza slogan politici, senza bandiere, senza colori divisori, semplicemente una sardina di cartone (sulla pagina Facebook ufficiale, 60.128 follower al momento, anche un tutorial per assemblarla in casa). Il primo “flashmob ittico” della storia, come è stato definito, che adesso si sta espandendo a macchia d’olio in tutta la penisola: a Firenze il 30 novembre sono attese addirittura 40 mila persone, numeri simili per Milano, dove si materializzeranno in piazza il primo dicembre, e poi ancora Bari, Roma, Parma, Benevento.


Il nome, come spiegato nella pagina Facebook che ha dato avvio alla protesta pacifica, vuole indicare appunto lo stare stretti come sardine in una scatola. Ma il simbolo di un pesce silenzioso – brandito ed esposto da molti dei manifestanti – vuole contrapporsi anche ai toni più accesi della retorica populista. L’idea, poi, scaturisce essenzialmente da una questione di numeri. Considerato che il Paladozza, dove si trovava Salvini, può contenere massimo 5.570 persone, la sfida lanciata da Andrea, Giulia, Mattia, Roberto è stata quella di radunarne almeno 6.000 – “belle strette, s’intende”, come hanno scritto nel post di annuncio del primo evento – in piazza Maggiore. Obiettivo raggiunto e addirittura superato, visto che sul Crescentone (la pavimentazione sopraelevata della piazza bolognese) sono arrivate più del doppio delle sardine.

Le bacheche Facebook sono invase da quella che ormai viene confidenzialmente chiamata, trattandosi di sardine, “la pesca”: la ricerca di persone disposte ad impegnare il proprio tempo per manifestare contro, come spiega lo stesso Mattia Santori dagli schermi di La7, quella che lui considera una “narrativa” sbagliata, eccessivamente provocatrice.


Alcuni quotidiani, spulciando i profili Facebook dei quattro ragazzi, hanno ipotizzato che dietro il movimento delle sardine, dichiaratamente apartitico, si celi in realtà il Partito Democratico, ma la cosa è stata seccamente smentita dal direttivo delle “sardine” che anzi denunciano, sempre tramite social, un attacco frontale e personale: “I 4 promotori sono diffamati ogni giorno da alcuni organi di stampa e televisioni che fanno da cornice perfetta all’avanzata della destra populista. Tutti i profili facebook degli organizzatori delle piazze sono sotto assedio. Un assessore di Pianoro (Bologna) è stata minacciata di morte dopo che Salvini l’ha messa alla gogna sulla sua bacheca degli orrori, per la sola colpa di aver partecipato alla manifestazione e di essere impegnata politicamente. Una delle due promotrici di Modena (21 anni) ha dovuto oscurare tutti i suoi account ed è assediata da giornalisti”. Nessun rapporto con la sinistra italiana dunque, ma un sentimento all’insegna della pacificazione che grazie ai social ha accolto sotto le sue ali tanta gente comune e su Facebook si susseguono le notifiche di inviti ad aggiungersi a gruppi di sardine delle più svariate città italiane. “L'unica certezza è che siamo una grande famiglia e che faremo grandi cose insieme”, tra queste, rassicurano, nessuna candidatura alle prossime elezioni regionali in programma a gennaio.


E da qualche giorno il Movimento è nato in Calabria, promotore Giovanni Marsala, che si presenta così sulla sua pagina social: "sentito il dovere e con entusiasmo di costituire un coordinamento di tutte le associazioni cattoliche, civiche e sociali, impegnandomi direttamente e volontariamente in prima persona, affinché nella nostra città che per prima in Europa ha dato accoglienza a tanti profughi e migranti, venga al più presto realizzata in piazza Pitagora una grande manifestazione delle Sardine, che si battono per la solidarietà e la pace nel mediterraneo, per una ecologia integrale che salvi il pianeta dalle catastrofi climatiche, economiche e sovraniste, che minacciano più che mai il mondo intero". A cui hanno fatto eco su Facebook diversi gruppi, quasi uno per provincia. Tra cui  "NON MBUCCARI!"che sta impazzando coinvolgendo in poche ore 3000 mila utenti, tra i giovanissimi e diversi politici di casa nostra. Lo slogan in dialetto siciliano/reggino è "Sardina o custardedda, cefalu o mupu cu Salvini fatti lupu e si nta sta terra non ti vo virgugnari iapri l'occhi e NON MBUCCARI!". Sardina o costardella, cefalo o occhialone con Salvini diventa lupo e se in questa terra non ti vuoi vergognare apri gli occhi e NON IMBOCCARE (non farti prendere per fesso)!




Tra opinioni divergenti, colori politici intrecciati ad anarchici dichiarati, tra militanti verdi, rossi e chi preferisci non confondersi con canti di partiti, il grido è unanime: "Noi non ci leghiamo".

“Stiamo cercando di organizzarci per fare in modo che tutte le manifestazioni siano coerenti con il messaggio che abbiamo voluto dare", scrivono i 4 ragazzi, ideatori del movimento. E aggiungono: "Per tutti gli aspiranti organizzatori: siete preziosi, ma proprio perché vi vogliamo bene non abbiate fretta. Prendete contatto con noi, aspettate a lanciare nuovi flash mob perché andrete incontro a un sacco di rischi e la vostra vita privata rischia di essere compromessa”. E come dargli torto in un mondo di pescecani e felini affamati...di onnipotenza!

 

 





(Info Sardine Fonte Agi)