Fermo del giornalista a Cosenza, la Questura: "Si è rifiutato di fornire le generalità, necessario l’accompagnamento in ufficio"
La Questura ha fatto sapere che tutti gli atti redatti dal personale intervenuto, compreso il materiale video pubblicato, sono stati già trasmessi alla Procura della Repubblica

Dopo la bufera mediatica seguita al fermo del giornalista Gabriele Carchidi, avvenuto sabato scorso nel quartiere San Vito di Cosenza, la Questura ha diffuso una nota ufficiale per chiarire i contorni dell’intervento effettuato dagli agenti della Polizia di Stato.
La nota
Secondo quanto comunicato, l’episodio si inserisce nell’ambito di un’attività di controllo del territorio condotta dal personale dell’Ufficio Volanti. In quel contesto, spiegano dalla Questura, è stato ritenuto opportuno procedere all’identificazione di un cittadino che avrebbe assunto “una posizione ostile” e si sarebbe “rifiutato di declinare le proprie generalità”. La nota precisa che “la resistenza opposta dalla persona oggetto del controllo ha reso necessario utilizzare le standardizzate procedure di contenimento” al fine di accompagnarlo in Questura, dove è stato completato l’accertamento.
Il video
Le immagini dell’episodio, rese pubbliche attraverso un video diffuso dallo stesso Carchidi, avevano sollevato interrogativi e critiche sull’operato delle forze dell’ordine, spingendo anche il senatore Peppe De Cristofaro (AVS) ad annunciare un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno. La Questura ha fatto sapere che tutti gli atti redatti dal personale intervenuto, compreso il materiale video pubblicato, sono stati già trasmessi alla Procura della Repubblica “per consentire una compiuta ed esaustiva ricostruzione dei fatti”. La vicenda resta dunque al vaglio della magistratura, che sarà chiamata a chiarire se vi siano state eventuali irregolarità nel fermo o se il comportamento degli agenti sia stato conforme ai protocolli operativi previsti.