Rivelazioni shock sul bimbo in terapia intensiva: fratture interne e lividi nella zona genitale, il piccolo è stato massacrato
Il primo ricovero era avvenuto il 19 gennaio ma la mamma ha firmato per le dimissioni: il piccolo ha riportato costole rotte, lesioni e lividi sulle palpebre
Emergono dettagli sconvolgenti sul caso del bambino di 3 anni, ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Annunziata di Cosenza per presunti maltrattamenti. La vicenda, già drammatica, si arricchisce di particolari che rivelano un lato oscuro e inquietante. Il bimbo, che lotta tra la vita e la morte, è stato letteralmente massacrato: un edema allo scroto, che risulta ancora gonfio e violaceo, insieme ad altri segni tangibili di violenza sulle palpebre e ferite sul viso. Si aggiungono anche clavicola e costole rotte.
Non era la prima volta: un ricovero precedente già sospetto
Ciò che sconvolge ancor di più è il fatto che il piccolino, purtroppo, non è la prima volta che si trova ricoverato in ospedale: lo scorso 19 gennaio, era stato trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso di Cosenza per un edema allo scroto. La madre, che lo aveva accompagnato, raccontava che il gonfiore era comparso improvvisamente la sera precedente. La donna rivela che era stato prima portato a Cetraro ma lì, non potendo probabilmente aiutarlo nel migliore dei modi, è arrivato in 118 al Pronto Soccorso della capitale bruzia. Già in quella occasione, i medici avevano riscontrato lesioni mandibolari, ecchimosi nella zona perianale e pelle scrotale ispessita a causa di un’emorragia.
Nonostante queste evidenze, la madre aveva inspiegabilmente firmato le dimissioni volontarie appena due giorni dopo. Una decisione che solleva inquietanti interrogativi: c’era forse qualcosa da nascondere?
Un nuovo ricovero, lesioni sempre più gravi
Il 25 gennaio, appena quattro giorni dopo le dimissioni, il bambino è stato nuovamente portato d’urgenza in ospedale. Inviato da Paola al Pronto Soccorso cosentino per sangue alla bocca, oltre a tutte le lesioni precedenti, viene sottoposto a diversi esami diagnostici - come tac al torace e all'addome - facendo emergere un quadro ancor più grave: fratture alla clavicola, alle costole e alla mandibola. Una serie di violenze che sembrano non avere fine e che hanno reso il piccolo inerme. Viene infatti descritto come dormiente, forse per il troppo dolore che lo ha quasi ucciso.
Un lato oscuro da svelare
La vicenda di questo bambino di soli 3 anni è un grido d’allarme che non può essere ignorato. Le autorità sono ora chiamate a fare luce su quanto accaduto e a garantire i dovuti accertamenti per individuare le terribili dinamiche a cui è stato sottoposta una vittima così fragile. L’orrore di questa storia deve spingere tutti a riflettere sull’importanza della protezione dei più piccoli e sull’urgenza di intervenire in situazioni di sospetto abuso.